Non si amministra con l’arroganza, il Tar dà torto al Comune dell’Aquila

Il tribunale amministrativo regionale ha emesso un decreto cautelare sul bando per i buoni alimentari per l’emergenza Covid emesso nei giorni scorsi dal Comune dell’Aquila.

Il Tar non sospende la distribuzione dei buoni alla popolazione, ma con il decreto obbliga il Comune a permettere che una famiglia non residente nel territorio comunale possa fare domanda per gli aiuti governativi.

La famiglia di tre persone non ha potuto fare domanda per i buoni alimentari del Comune per via dei criteri discriminatori decisi dell’amministrazione.

Il fatto che tutti i membri fossero residenti in un comune pugliese li aveva ingiustamente esclusi dal bando. Uno di loro, inoltre, è stato impiegato nella ricostruzione post-sisma fino all’inizio dello scorso febbraio, rimanendo poi disoccupato.

Per questo avevano inoltrato un ricorso al Tar, grazie allo stimolo della Rete Solidale che in queste settimane sta sostenendo senza discriminazioni chi si trova in stato di indigenza, e agli avvocati Fausto Corti, Gianluca Racano, Francesco Rosettini e Andrea Piermarocchi che si sono messi generosamente a disposizione.

Nel decreto cautelare il giudice del Tar Umberto Realfonzo ha citato il parere qualificato dell’Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica (UNAR), che nei giorni scorsi aveva suggerito ai Comuni di non adottare criteri discriminatori per la distruzione dei buoni spesa a sostegno dell’emergenza Covid.

Quello vinto stamane dalle associazioni della Rete Solidale è solo il primo dei ricorsi presentati sull’inaccettabile delibera della giunta Biondi. Nei prossimi giorni, infatti, sono attesi gli esiti di altri due ricorsi presentati da alcuni abitanti dell’Aquila, stranieri residenti ma privi del permesso di soggiorno di lunga durata, assistiti per un ricorso dagli avvocati Corti, Racano, Rosettini e Piermarocchi, e per l’altro dagli avvocati dell’associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi).

La possibilità che una persona non residente nel Comune, e che peraltro contribuisce con il suo lavoro alla ricostruzione della città, possa ora fare domanda per un sostegno concreto in una situazione di forte difficoltà rappresenta un altro passo verso l’affermazione dei principi che sosteniamo fin dall’inizio dell’emergenza: solidarietà, mutuo aiuto, sostegno concreto a tutti e tutte.

Nella situazione difficile che si è venuta a creare a causa del coronavirus, è assurdo negare aiuti a famiglie indigenti solo perché non residenti all’Aquila. Persone alle quali, peraltro, è vietato muoversi verso i luoghi di residenza anagrafica.

Non lasceremo indietro nessuno, soprattutto gli invisibili, anche opponendoci con i fatti a chi amministra attraverso le discriminazioni e l’arroganza.

Rete Solidale L’Aquila