Chiodi: dimissioni. Basta giochi sulla nostra pelle #dimettiamoli

Già nel settembre 2011 fummo l’unica voce che, durante lo sciopero generale indetto della Cgil, chiese espressamente le dimissioni del Governatore (allora anche Commissario della ricostruzione) Gianni Chiodi perché, scrivevamo allora: “Non possiamo permetterci di assistere alla morte sociale del nostro territorio: la città non c’è, il lavoro non c’è, le case non ci sono, l’ospedale non c’è. Tutti gli sforzi sono concentrati a favore degli interessi delle cricche, nonchè a frenare una rinascita autentica e dal basso”. Lo pensiamo tuttora. In quel giorno di settembre, andammo fin sotto casa sua a gridare forte: “Da L’Aquila con rabbia Chiodi dimissioni”.

Oggi vogliamo ribadire con forza che deve sparire dalla vita politica e pubblica abruzzese. Tre assessori arrestati in cinque anni e, ora, più di venti tra assessori e consiglieri indagati. E’ l’ennesima dimostrazione del fatto che il problema non è relativo al singolo caso o alla “pecora nera”, ma ad un sistema di clientele e favori ormai consolidato ed accettato. Noi, che pecore non siamo, lo abbiamo sempre denunciato, e per questo subiamo continuamente processi: per esempio, il 3 febbraio ci sarà la prima udienza per la manifestazione che organizzammo mentre Berlusconi, Chiodi e Cialente premiavano Bertolaso al Dicomac. Anche per questo ci sembra vergognoso che si permetta di parlare Franco Gabrielli, che di quel sistema è stato uno dei primi responsabili.

Ma non è questo il punto. Abbiamo l’obbligo di dimettere Chiodi soprattutto per le politiche che in questi anni ha intrapreso: nessuna attenzione alla ricostruzione del cratere (con annesso dirottamento di fondi); smantellamento scientifico del sistema sanitario; ripianamento del bilancio con i soldi dell’assicurazione sul sisma; tagli alla cultura e al welfare; aumento colpevole della disoccupazione.

Come nel gennaio 2011 pensiamo sia l’ora che, anche in Abruzzo, si costruisca un movimento di opposizione sociale che scenda in strada e chieda – ieri come oggi – le dimissioni di Gianni Chiodi, finora troppo sicuro di restare al suo posto senza problemi. Dimettiamolo definitivamente, prima che si dimetta da solo, per lanciarsi in una nuova ipocrita campagna elettorale.

Basta giochi sulla nostra pelle.

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