Occupazione Consiglio Regionale

L’ennesimo sfregio alla città, il mancato rinvio della restituzione delle tasse con il Milleproroghe, ha scatenato il 23 dicembre la rabbia degli aquilani.

Alcune centinaia di cittadini si sono ritrovati in assemblea straordinaria in piazza Duomo, insieme ai consiglieri comunali e alle forze economiche e sociali del territorio, per valutare la situazione e decidere nuove azioni di mobilitazione.

La prima è scattata subito: l’occupazione della sede del consiglio regionale al Palazzo dell’Emiciclo, dove è arrivata la notizia della concessione di un’ulteriore proroga di sei mesi. Evidentemente la mobilitazione e il clima di esasperazione che si è determinato in città hanno consigliato l’adozione di questo provvedimento – che pure il parlamento si era impegnato ad assumere e che il governo non aveva ritenuto di rispettare.

Ancora una volta il governo ha tenuto in scacco la città e costretto ad attese e a mobilitazioni estenuanti i cittadini, che ormai sono veramente stufi dei contentini e delle concessioni dell’ultimo minuto. Non sono più accettabili proroghe di sei mesi in sei mesi. E’ inoltre per lo meno strano che la copertura finanziaria, che secondo Tremonti mancava ieri, oggi è stata miracolosamente trovata.

I cittadini hanno già depositato una legge che contiene le norme per l’adozione delle agevolazioni fiscali necessarie: ora chiediamo che i rappresentanti istituzionali locali, dal Comune alla Regione, adottino deliberazioni che impegnino definitivamente il governo a promulgare una norma che stabilisca una volta per tutte lo stesso trattamento fiscale di Umbria e Marche, oltre ovviamente a firmare tutti la legge di iniziativa popolare.

Quello che viene chiesto sono le dimissioni di tutto il “sistema commissariale”: Chiodi, per manifesta incapacità e per aver dimostrato di non saper rappresentare e tutelare il territorio; del vice commissario Cicchetti, il cui primo provvedimento è un ulteriore sfregio alla città, con profili di incostituzionalità; del “commissario ombra” De Matteis che passa dalla derisione dei cittadini che protestano – come all’indomani della grande manifestazione di Roma del 7 luglio – alle false rassicurazioni sulla zona franca, agli atteggiamenti strumentali di altrettanto falsa opposizione.

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