30 mesi dopo verso e oltre il 15 ottobre, senza corrente

L’Amministrazione di centro sinistra stacca la corrente senza preavviso all’asilo occupato e il 15 ottobre si avvicina.

Mentre esce fuori l’ultima inchiesta su una truffa per accaparrarsi 8 milioni di euro destinati al sociale che questa volta vede protagonista la curia aquilana e il sottosegretario Carlo Giovanardi, all’asilo occupato viene staccata senza nessun preavviso la corrente elettrica.

Potrebbe essere questo l’emblema di L’Aquila 30 mesi dopo il sisma del 6 Aprile con lo scenario ormai consolidato di vecchi e nuovi gruppi di potere pronti a tutto per lucrare sui soldi del terremoto e le iniziative dal basso sabotate in ogni modo possibile. La prassi è più o meno sempre la stessa: quando le iniezioni di passività sociale non fanno da sole il loro corso si procede col terrorismo mediatico basato sulla retorica legalista a senso unico e infine – se non basta – arriva il sabotaggio. Non è dato nemmeno sapere di chi sia stata la mano che dentro il comune dell’Aquila ha subdolamente staccato la spina all’asilo di Viale Duca degli Abruzzi. Un tentativo di sgombero più democratico e indolore insomma, a cui però sono immediatamente seguite una serie di iniziative di mobilitazione e fortunatamente anche un’ indignazione diffusa tra i cittadini.

Allo stesso tempo 30 mesi dopo il sisma sulla rete passa nuovamente il racconto emotivo del presepe terremoto (terremolandia) in cui una serie di vittime innocenti (anche se ormai un pò pazze) aspettano che lo Stato li aiuti, quando è proprio questo stato che sta portando avanti la nostra esecuzione. Il terremoto è qualcosa da ricordare (quando non da vendere) come il bonario ricordo delle tendopoli di from zero, e non qualcosa in essere dalle drammatiche conseguenze sociali.

L’Aquila 10 ottobre 2011 – Difendiamo gli spazi sociali


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