Yes we camp…davanti a Obama

Sono le sei quando una cinquantina di attivist* dei  comitati appaiono su Viale Corrado IV la strada che porta nel centro dell’Aquila. Dove di lì a poco sarebbe passato BaracK Obama per raggiungere il centro storico della città.

Sono le sei quando una cinquantina di attivist* dei  comitati appaiono su Viale Corrado IV la strada che porta nel centro dell’Aquila. Dove di lì a poco sarebbe passato BaracK Obama per raggiungere il centro storico della città.

Gli/le attivist* srotolano inizialmente uno striscione di 15 metri con su scritto “Yes We Camp” e poco dopo un altro: “Requisire le case sfitte agibili”.

Tensione da parte della polizia. All’inizio poche decine in assetto antisommossa  poi sempre di più.

I manifestanti hanno dato vita a un presidio molto rumuroso intonato vari cori e scandendo slogan: Non ce ne jemo a L’Aquila restemo”, “ senza casa senza paura”, “L’Aquila libera”.

Molte persone sono accorse dal vicino campo di Piazza D’armi. Un migrante ha preso parola reclamando casa e diritti: “cosa dobbiamo fare, andar via da qui? con queste politiche sembra di si” ricevendo gli applausi dei presenti. Una delle prime volte in cui un migrante reclama diritti pubbliacamente in una manifestazione di piazza in questo territorio.

Da parte di altri manifestanti è stato denunciato un’altra volta con fermezza il deficit di democrazia e il restringimento dei diritti democratici avvenuto a L’Aquila dopo il 6 Aprile e ancor più in questi giorni.

Gli/le attivist* hanno ricordato al megafono di come il trasferimento all’aquila di questo G8 sia una scelta cinica: “Se il governo pensa di fare un’altra volta di questo terremoto una vetrina mediatica noi cercheremo di essere la pietra metaforica che la rompe – diceva al megafono un manifestante –  Niente è stato ricostruito fin’ora. E’ stato avviato solo il piano scellerato delle C.a.s.e. la grande opera Berlusconiana. Dei 21 insediamenti solo i lavori di 4 sono iniziati. Le c.a.s.e. non saranno pronte a Settembre ma ben oltre. Impediremo con ogni mezzo necessario l’ennesima deportazione di Aquilani che B&B hanno intezione di fare dai campi agli alberghi della costa o dell’Aquilano interno a Settembre per riparare alle loro scelte sbagliate”.

All’improvviso tra lo stupore generale il presidente degli U.S.A. è transitato con uno sciame di auto presidenziali. Gli/le attivist*hanno scandito in quel momento “ Yes we camp” più forte possibile.

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