Non ci resta che piangere. O cacciarvi.

La diffida degli universitari nei confronti del Comune sull’accordo di programma riguardante la casa dello studente “San Carlo Borromeo” e l’incredibile risposta del sindaco che si domanda se debba «tutto lui controllare» è solo l’ultimo dei segnali che mostrano ancora una volta un’amministrazione in fuga dalle proprie responsabilità.

Ricordiamo a colui che ‘tutto deve controllare’ che anche il nostro comitato, già nello scorso  dicembre, aveva chiesto chiarezza sulla posizione del Comune rispetto all’area di Collemaggio che rischia di essere svenduta ai privati. Non abbiamo ricevuto risposte né dal Comune, né dalla Asl. Non interessa, evidentemente, coinvolgere i cittadini nelle scelte riguardanti aree strategiche della città.

Le decisioni vengono prese sulla testa (e sulle tasche) dei cittadini, senza che vi sia il minimo coinvolgimento degli stessi. E’ infatti il caso di ricordare che il  regolamento sulla trasparenza, pur approvato dal consiglio,  non è  mai stato attuato, mentre quello sulla partecipazione proposto e redatto dagli stessi cittadini, non è mai stato nemmeno discusso.

A partire dalla localizzazione delle aree deputate al piano C.A.S.E., fino al recente masterplan sul Parco del Sole, il Comune dimostra comportamenti inaccettabili, per cui apprendiamo ogni giorno dai giornali di progetti sulla città, senza che siano mai stati oggetto di dibattito cittadino; assistiamo a continue uscite estemporanee, di cui non capiamo la reale portata,  come nel caso dell’ipotetica costruzione di un nuovo ospedale, ol’infelice idea del parcheggio sotto la casa dello studente. Persino una delegazione haitiana, che abbiamo volentieri ospitato recentemente,non ha ricevuto risposte alle continue sollecitazioni di incontro con rappresentanti dell’amministrazione comunale.

Un’amministrazione completamente assente dai veri problemi della città, dalla questione centro storico – con il permanere ormai ingiustificato della zona rossa che un’ordinanza del Sindaco potrebbe rimuovere immediatamente, che rimane assurdamente militarizzata –  a quella degli spazi sociali, per cui si costringono i cittadini a una continua questua di spazi al Comune stesso, alla Caritas (che domenica 20 febbraio ha negato arbitriariamente la ‘tenda amica’ del progetto C.A.S.E. di Coppito2 ai volontari della raccolta firme per la legge di iniziativa popolare) e ai privati.

Il quadro politico odierno ci racconta di una maggioranza di cui è rimasto ben poco rispetto all’inizio del mandato, assessori indagati per concessioni edilizie dubbie, dirigenti comunali coinvolti in inchieste per sospettate gravi irregolarità, come nel caso di Mario di Gregorio, dirigente recentemente trasferito nel settore degli impianti sportivi.

Assistiamo da due anni alla schizofrenia di un sindaco che si rivolge alla propria cittadinanza in termini commiseratori, come volesse chiederle aiuto, e al Governo con toni di esagerata riverenza, a tratti adulatoria. Pensiamo che un buon amministratore dovrebbe fare l’esatto contrario: rassicurare la propria cittadinanza e contemporaneamente farsi valere presso i palazzi del potere.

Vogliamo partecipazione e certezze subito. Siamo esausti del fatto che la cittadinanza non venga mai minimamente tenuta in considerazione, non vogliamo più aspettare: abbiamo diritto ora a una città più  vivibile e a una ricostruzione sociale che non è mai iniziata. E’ evidente a tutti come l’amministrazione comunale sia totalmente incapace a gestire una situazione peculiare come quella aquilana. Per il bene della città e dei suoi cittadini, il nostro sindaco dovrebbe capire che la naturale conseguenza dell’immobilismo sono le dimissioni.

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