Gli aquilani non perdonano

Po28 agostochi minuti prima della partenza del corteo della Perdonanza, all’inizio di Corso Federico II, alcuni cittadini hanno esposto striscioni per esprimere dissenso verso la partecipazione di Gianni Letta. L’Aquila non può dimenticare le responsabilità del Sottosegretario nel favorire la nascita del consorzio Federico II, ad oggi oggetto di inchiesta giudiziaria. Come non possiamo dimenticare le promesse disattese nella risoluzione del problema delle tasse. Oggi i terremotati e le aziende del cratere sono tornati a pagare le imposte e nessuna misura di tutela dei cittadini nei confronti di banche, enti previdenziali ed Equitalia è stata prevista dal Governo.

Il Sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, negli scorsi giorni aveva rilasciato una dichiarazione in cui esprimeva soddisfazione per la visita di Gianni Letta, sicuro che anche gli aquilani avrebbero gradito. Il nostro sindaco evidentemente si illudeva.Ancora una volta i cittadini hanno voluto sottrarsi al suo doppio gioco.

Al momento di esporre gli striscioni “Cialente vergogna, Molinari vergogna, Letta vidi de jttene” e  “Il gran rifiuto della cricca”,  i cittadini sono stati aggrediti dalle forze di polizia e da agenti in borghese che hanno tentato di strapparli dalle mani, provocando tensione in una civile espressione di dissenso.

Molti cittadini che assistevano al corteo sono intervenuti a sostegno dei manifestanti al grido di “vergogna” contro l’ennessimo tentativo di censura.

Al passaggio del Sottosegretario che apriva il corteo in tantissimi hanno urlato “alle 3e32 io non ridevo” abbassando immediatamente dopo gli striscioni per rispetto delle celebrazioni della Perdonanza Celestiniana e applaudendo i vigili del fuoco che sostenevano il feretro di Celestino.

Un altro momento di contestazione è avvenuta alla fine della sfilata al passaggio del Sindaco che ha perso un’altra occasione per schierarsi dalla parte della sua gente.

Alla fine del corteo alcuni cittadini si sono accodati con le carriole, simbolo di resistenza, di lavoro comunitario e di partecipazione.

Video parte 1

video parte 2


L’ordine deve essere partito dal questore nonostante il sindaco Masimo Cialente aveva promesso “mai più polizia”(ma sabato forse aveva cambiato opinione) e invece per l’ennesima volta si è tentato di oscurare le contestazioni con la polizia che strappa letteralmente di mano gli striscioni a dei cittadini che manifestano il loro dissenso.

Era già successo nell’Agosto 2009 davanti la guardia di Finanza (GUARDA VIDEO) in concomitanza con una visita del premier e qualche mese fa quando Bertolaso è venuto proprio insieme a Letta a tentare di mistificare il restauro della facciata della basilica di Collemaggio iniziato prima del 6 Aprile come l’ennesimo “miracolo” della protezione civile (GUARDA VIDEO).

Questo senza contare lo scandalo delle assemblee e dei volantinaggi proibiti nei campi-tenda e le sanguinose manganellate prese in via del corso a Roma.

La scorsa perdonanza (VEDI QUI )lo spezzone delle istituzioni con Bertolaso – Cialente e Del Turco (si Del Turco) era scortato per la prima volta nella storia da agenti in tenuta antisommossa. I comitati alzarono uno striscione: “Da cinque mesi nelle tende. Questo il vostro miracolo” con davanti ad oscurarli e contenerli una ventina di agenti.

Brutta abitudine quella italiana di utilizzare il manganello o, quando non conviene, non consentire comunque il dissenso. Una tradizione nel Dna di questa nazione che pur avendo avuto con la resistenza un momento di elevazione è tornata a preferire la sua parte peggiore: il fascismo.

Che declinato nella specificità locale aquilana-abruzzese, prende i tratti forti di clericalismo, folklore, potere pastorale e senso di colpa, assenza di una cultura dei diritti, sudditanza nel rispetto incondizionato al potere.

La Chiesa ha un potere assoluto sulla ricostruzione (anche delle anime). La nomina del nuovo commissario Ciccheti, espressione diretta del vaticano, ne è la riprova. Allo stesso tempo, che la manifestazione della perdonanza abbia un significato sopratutto religioso è cosa ben risaputa da tutti gli aquilani, compreso quelli che ieri contestavano. L’azione con gli striscioni da esporre solo in un determinato momento, era stata elaborata proprio a partire dal rispetto verso la cerimonia e il suo significato.

Ma è troppo importante che Letta e tutti coloro che si sono resi responsabili fino ad ora della situazione nella quale ci troviamo – speculando sul terremoto per interessi non nell’interesse comune della città e del suo comprensorio – sappiano di non essere più i ben graditi.

Questo sarebbe un grande risultato per L’Aquila e per il suo futuro. Far capire che questo non è territorio da essere facilmente depredato, capace di reagire a chi lo sfrutta è una vittoria che ha ancora bisogno di essere consolidata. I politici locali che in questa situazione sono solo poco di più che referenti di quelli nazionali, non sono abituati a misurarsi con una tale forza cittadina. Forse L’Aquila vale qualcosa di più di quello che avevano calcolato nelle loro fredde stanze. Forse è il caso che inizino a riferire ai loro capi che no, non si può fare. E’ necessario rispettare le persone, i loro diritti, la loro libertà, la voglia di autodeterminazione, il territorio e l’ambiente.

Ma non lo avete ancora capito?

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