Cara Maria Luisa Busi…

Cara Maria Luisa Busi,
abbiamo appena letto la lettera che hai  inviato al direttore Minzolini con cui dichiari la tua indisponiblità a “metterci ancora la faccia”.
Come elemento scatenante citi le contestazioni ricevute dalla troupe del tg 1 da te guidata al centro dell’Aquila al grido di “scodinzolini”.
Quelle urla erano la rabbia accumulata da mesi di disinformazione che dipingeva la nostra città come ormai ricostruita, il miracolo aquilano con i suoi santi al seguito.
Quelle urla partivano dal cuore spezzato della nostra città, il centro storico, di cui, a un anno dal sisma, non solo non è iniziata la ricostruzione ma nemmeno sono stati approntati piani per il suo recupero!
Quelle urla uscivano dalle nostre case danneggiate, anche lievemente, che ancora non riusciamo a riparare (“ci vorranno al massimo tre mesi”, ci dicevano). E non parliamo solo del centro storico ma anche delle perfiferie e delle frazioni.
Erano insomma le urla di chi ha perso tutto, affetti, lavoro, casa, di chi si guarda intorno e non può far a meno di constatare che il futuro di questa Terra è compromesso.

Di chi è consapevole che dopo una tragedia del genere la partecipazione attiva dei cittadini è l’unica garanzia per dare una speranza al futuro, per scacciare quelli che contavano ridendo i soldi, mentre noi contavamo i nostri morti. Questa partecipazione è stata per mesi negata in una sorta di sospensione dei diritti costituzionali.

Di chi sa, perchè è un anno che studia tutte le carte, che i soldi necessari per la ricostruzione sono assolutamente insufficenti e quei pochi stanziati godono di dubbia copertura finanziaria (per dirla con la Corte dei Conti “non appare comunque ispirata a criteri prudenziali una copertura di oneri così elevati e per un periodo di tempo così lungo affidata all’ aleatorietà di comportamenti individuali connessi a consumi che presentano comunque un elevato grado di elasticità.”)

Poi accende la televisione e sente che qui va tutto bene.
Quelle urla erano una sferzata rivolta a una giornalista che apprezzavamo, un invito a tenere la schiena dritta.

A quanto pare a volte le sferzate servono, almeno una volta la nostra fiducia, quella verso di te, era ben riposta.
Con stima,

3e32

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