Non può esserci ricostruzione senza trasparenza, partecipazione, verità e giustizia

1DM26439Apprendiamo dall’intervista rilasciata dal sindaco Massimo Cialente al quotidiano Repubblica che “qui in abruzzo va tutto bene” e che “in italia abbiamo toccato il fondo” visto che qualcuno si azzarda a contestare l’assoluta mancanza di trasparenza del sitema di gestione della protezione civile. Cialente sostiene inoltre che” la gestione complessiva di tutta la ricostruzione sta funzionando in tempi abbastanza rapidi” e che non ha intenzione di firmare l’appello contro il decreto che trasforma la Protezione civile in una SPA.
Vorremmo innanzitutto ricordare al sindaco che in virtù di questa gestione dell’emergenza dopo più di 10 mesi dal terremoto ci sono ancora 10.000 persone ospitate dentro caserme militari e in alberghi della costa abruzzese. Se si considerano inoltre le persone che si sono arrangiate grazie all’autonoma sistemzione sono più di 30.000 le persone ancora assistite (dati presi dal sito della protezione civile). Ci sono 16.000 disoccupati, in mobilità o in cassa integrazione.
Il centro storico della nostra città versa in condizioni disastrose, dopo quasi un anno ancora non si è riusciti a rimuovere le macerie mentre non è neanche cominciata una minima discussione sulle linee guida di ricostruzione delle NOSTRE case.
Durante questi mesi la protezione civile ha ostacolato in ogni modo la partecipazione dei cittadini alle scelte sul futuro della nostra città, arrivando perfino a vietare le assemblee e il volantinaggio all’interno delle tendopoli. Tutte le scelte fondamentali per la ricostruzione sono state prese all’ìnterno di una caserma dinanzi alla quale era vietata ogni forma di manifestazione (il DICOMAC Dipartimento di Comando e Controllo) e dove perfino ai parenti delle vittime è stato impedito di avvicinarsi durante la visita del ministro Alfano.
In questi mesi il Comune ha sempre avallato queste decisioni imposte dalla struttura commissariale della Protezione Civile, che si sarebbe dovuta occupare di ben altro (ad esempio di prevenzione e messa in sicurezza del territorio), senza mai opporre una voce critica.
Mancanza di trasparenza, infiltrazioni mafiose, gravi danni ambientali, repressione del dissenso, militarizzazione, clientelismo, strumentalizzazioni politche, sono fenomeni che i nostri enti locali hanno osservato nel più assoluto silenzio.
Si è permesso così al governo di costruire la montatura mediatica del “miracolo”, al punto che in tutto il paese si crede che a L’aquila sia già tutto risolto.
Ieri la popolazione ha voluto ricordare a tutti che non è affatto così. Che il nostro centro storico e con esso i nostri legami sociali rischiano di morire, che non può esserci ricostruzione senza trasparenza, partecipazione, verità e giustizia.
Per questo saremo di nuovo in piazza, questa volta a roma, a montecitorio, giovedì 18 alle 10.00 al fianco dell’unica vera istituzione che ci è sempre stata vicino in questi mesi: il corpo dei vigili del fuoco, per dire NO ALLA PROTEZIONE CIVILE SPA. Anche i vigili sottopagati e privi dei mezzi adeguati a svolgere con sicurezza il loro lavoro sono pronti a dare battaglia contro questo decreto che trasforma la gestione delle emergenze in una possibilità di lucro per gruppi di imprenditori e politici senza scrupoli.
Alle 15:30 si terrà nella facoltà di scienze politiche, alla Sapienza, un’assemblea di tutti quei soggetti che lottano per un altro modello di protezione civile: associazioni, comitati, sindacati e partiti.
Come cittadini de L’aquila, che hanno vissuto sulla propria pelle tutte le contraddizioni di questo processo di snaturamento della protezione civile (a partire dalla commissione grandi rischi sciolta dopo 28 minuti il 31 marzo 2009), avremmo sperato in un adesione a questo appello in difesa dei diritti e della democrazia, da parte del nostro sindaco. Purtroppo si tratta dello stesso sindaco che in tutti questi mesi non ha mai creduto in una altro modello di ricostruzione de L’aquila: una ricostruzione sociale, partecipata, trasparente e democratica. Forse anche per questo ieri non era in piazza con noi, perchè sapeva che dire “riprendiamoci la città” vuol dire anche avere il coraggio di dire la verità e difendere il nostro territorio da sciacalli e avvoltoi.

Comitato 3e32

Per adesioni agli autobus da L’Aquila per Roma il 18 febbraio: 0862/204406


Casematte Collemaggio, Ex Ospedale Psichiatrico
0862/204406
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