No alla cementificazione di Piazza d’Armi

chiese non piazze3Chiediamo che l’area di Piazza D’armi sia destinata a verde pubblico per la realizzazione di un parco pubblico urbano. Lo facciamo ora che a Piazza d’Armi è stata già fatta una gettata di cemento per realizzare la mensa celestiniana, una chiesa e un convento. Opera lodevole ma pensata nel posto sbagliato. Per capire meglio la situazione quella che segue è una piccola storia che ha coinvolto l’area, luogo strategico e centrale tra la parte est ed Ovest della città:

2007:  Cialente si presenta alle elezioni comunali a capo di una coalizione il cui programma conteneva la realizzazione di un parco ed eventualmente di un auditorium a Piazza d’Armi. Programma approvato dal Consiglio Comunale

2008: il Comune compra l’area di Piazza d’Armi, a pochi soldi come terreno agricolo, con destinazione verde pubblico

ottobre 2009: il consigliere Luigi D’Eramo presenta un ordine del giorno al consiglio comunale sulla collocazione a Piazza d’Armi della mensa celestiniana. L’ordine del giorno, contro i regolamenti che prevedono 7 giorni tra la presentazione e la discussione, viene votato subito. 22 favorevoli, 7 astenuti. L’ordine del giorno è un atto di mero indirizzo e non è vincolante.

26 gennaio 2010: La Meraviglia S.p.A. vince la gara di appalto per la realizzazione della mensa celestiniana, degli alloggi (per i bisognosi e i volontari) e della chiesa offrendo un ribasso economico pari al 17,89%.  Alla gara, indetta tramite procedura negoziata, sono invitate a partecipare 14 società, tutte ditte appaltatrici del piano C.A.S.E.

28 gennaio 2010: la commissione territorio e i capigruppo del Comune dell’Aquila bloccano i lavori e chiedono un consiglio comunale ad hoc per discutere di tutti i progetti riguardanti la destinazione di Piazza d’Armi.

notte del 28 gennaio 2009: la ditta appaltatrice fa la prima gettata di cemento, nonostante il cantiere è stato bloccato

29 gennaio 2010: “La mensa dei poveri si fa a piazza d’Armi punto e basta” afferma Bertolaso “In passato sono stato criticato per aver preso decisioni da solo con scarso senso democratico. Una volta tanto lo faccio veramente. Se è vero che per le prossime 72 ore sono ancora io al comando, posso assicurare che la mensa si farà secondo il progetto previsto”. Dopo queste parole Cialente si impegna a sbloccare la realizzazione giungendo a dichiarare che l’opera si può fare solo se removibile.

Ci sono altre zone dove il progetto della mensa – finanziato tra gli altri da Protezione Civile, Carispaq e il quotidiano Il Centro – può essere collocata. In uno dei tanti terreni della Chiesa ad esempio. Siamo stufi che gli interessi della Chiesa siano sempre privilegiati e il caso della nuova Casa dello studente lo conferma.

Quello che più ci indigna è la  metodologia con cui  la scelta è stata presa. Una nuova imposizione, suggellata dalle dichiarazioni di Bertolaso e come al solito avallata dal sindaco Massimo Cialente.

Per la prima volta in cui un dibattito si accende viene spezzato in questo modo dal capo della protezione civile che in base ai suoi super poteri decide. Ma questa non è un opera legata all’emergenza e non rientra nelle competenze del sottosegretario.

Inoltre l’area è il luogo di un’ indagine per lo scarico non regolare di macerie e necessita di una bonifica.

Per questo chiediamo un incontro con il vescovo Giovanni d’Ercole e con il sindaco Massimo Cialente per avere chiarimenti in merito a questa situazione.

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