Terremoto, la Nasa dà ragione a Giuliani

www.sambenedettoggi.it 27aprile09

Uno staff di scienziati seppure con metodologie diverse aveva rilevato prima del 6 aprile mutamenti nella ionosfera tali da far presagire un sisma nell’aquilano. E intanto lo scienziato abruzzese in un’intervista ha affermato che il gas radon a nord dell’Aquila è in questi giorni di nuovo in aumento

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Seppure per strade diverse erano giunti alle stesse conclusioni: un forte terremoto si sarebbe presto verificato all’Aquila. Giampaolo Giuliani, tecnico presso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare presso i Laboratori del Gran Sasso, attraverso la misurazione della quantità di gas radon che fuoriesce dal sottosuolo in prossimità di un evento sismico, e Dimitar Ouzonov, scienziato al Goddard Space Flight della Nasa attraverso la misurazione di alcuni parametri presenti nell’atmosfera terrestre.
Usando tecniche Gps e ionosonde, lo staff dello scienziato russo studia da anni la possibilità di prevedere terremoti grazie all’osservazione di segnali elettromagnetici nell’atmosfera. Una settimana prima del 6 aprile il gruppo di scienziati aveva rilevato anomalie termiche e variazioni della ionosfera nell’area vicina all’epicentro. Giuliani ha poi affermato di essere stato contattato il 7 aprile da Sergey Pulinets, vicedirettore del centro di monitoraggio spaziale di Mosca e studioso insieme ad Ouzounov delle radiazioni infrarosse, che gli ha chiesto i dati rilevati sul radon. Il confronto tra i parametri del tecnico abruzzese e dell’equipe della Nasa sono stati poi discussi nei giorni successivi al Congresso della European Geosciences Union, tenutosi a Vienna.
«Abbiamo sovrapposto i grafici – ha dichiarato Giuliani – e sono perfettamente compatibili. La complessa ricerca di Ouzounov e Pulinets tiene conto del radon come precursore sismico, integrato con altri fenomeni osservati prima di un sisma, come la variazione dei parametri dell’atmosfera, l’elettricità nell’atmosfera e nella ionosfera. Ora – conclude – spero di poter attivare uno scambio fattivo di informazioni con i due studiosi per poter eliminare la paura dei terremoti».
E intanto è proprio di oggi un’intervista rilasciata ad un blogger (e reperibile anche su youtube http://www.youtube.com/watch?v=a7DTDTKcVbE ) in cui Giuliani afferma di aver rilevato in alcune zone dell’aquilano nuovi aumenti di gas radon. Ma a detta del ricercatore abruzzese la quantità di energia accumulata potrebbe scaricarsi in una serie di scosse ripetute e di bassa magnitudo piuttosto che in una singola di forte entità.
Dal 2007, su 25 allarmi generati dallo studio di Pulinets e Ouzonov, 21 sono risultati esatti, mentre negli ultimi otto anni anche Giuliani, monitorando il territorio dell’Aquila e dintorni con la sua rete di rilevatori, ha riscontrato un’affidabilità del suo sistema superiore all’80%.

2 commenti

  1. chiamare Giuliani scienziato è cosa ardita, non regaliamo anni di studi ed esami a chi non ne ha fatti. Io faccio un ragionamento molto logico dal basso della mia ignoranza: migliaia di scienziati veri con apparecchiature di tutto rispetto affermano che non si riesce a prevedere i terremoti, come si può pretendere che un pincopallino qualunque in cerca di notorietà riesca in tale ardua impresa! Non stiamo parlando del Da Vinci del 21° secolo vero? altrimenti ho perso qualche passaggio e gradirei mi fosse spiegato.
    Gino.

  2. allora mi permetto di dare delucidazioni sull’apparato e il “metodo” Giuliani, purtroppo ne sono entrato in contatto con i suoi studi, poi per motivi etici e scientifici l’ho abbandonato.

    teoria di base:
    “in prossimita di eventi sismici c’è un rilascio di radon dalle rocce, e una seguente risalita in superficie di questo gas”.
    Questo fatto è risaputo da anni, ma il termine “in prossimità” indica prima, durante e dopo.
    Questo pone un evidente problema di corelazione dei dati specialmente durante uno sciame sismico, basti pensare che nell’analisi di un picco di radon, non si può sapere se è stato provocato dal precedente evento sismico o è un precursore sismico.
    NESSSUNO si sente di scoraggiare la raccolta di dati relativi al radon, visto che nel campo scientifico i dati non si buttano mai, pertanto avere una sequenza storica dettagliata del radon in una determinata zona geografica è sicuramente pregievole, ma richiede, per essere scientificamente valida, altre due condizioni:
    tali dati siano pubblici e sia reso pubblico l’apparato utilizzato per compiere tali dati
    La seuqenza storica Giuliani non la darà mai a nessuno, perchè è convinto che qualcuno se ne appropri, e l’apparato è anche quello più meno segreto, brevettato e in vendita al miglior offerente.

    L’apparato:
    strumenti per la rilevazione del radon esistono e sono di diverso tipo, essendo un gas esso è presente nell’aria e la sua misura, essendo radiottivo, avviene misurando i decadimenti radiattivi.
    il suo apparto consiste in una scatola cubica di piombo con pareti spesse 6 centimetri totalemente ermetica.
    All’interno è ospitato un blocco di materiale scintillatore e due o quattro fotomoltiplicatori per misuarare i “flash” che avvengono all’interno dello scintillatore, se c’ qulche fisico dovrebbe capire quello che scrivo.
    Questo pone due questioni importanti.
    Primo, il radon non entra assolutamente all’interno della scatola, quindi cosa misura questo apparecchio?
    Secondo: il piombo contine molti prodotti di decadimento non stabili, pertanto lui stesso è un emmettitore di radiazioni.
    Altro fatto sono i raggi cosmici, essi giongono in continuazione a terra e provocano scattering nel piombo ed anche questo viene registrato dai fotomoltiplicatori nella scatola.
    Il Giuliani invece fa la seguente asserzione “il radon attraversa qualunque materiale” io mostrai perplessità di fronte a tale affermazione, ma Giuliani mi disse che la scienza non vuole prendere in considerazione queste “nuove scoperte”, beh ragazzi io non mi immagino il bell’atomo di radon prendere e mettersi ad attraversare 6cm di piombo.
    PERTANTO QUELL’APPARATO NON MISURA IL RADON!
    misura altro…

    Oltretutto nei suoi grafici i famosi picchi sono della fluttuazioni di massimo il 2% rispetto al valor medio… il che consentitemi di dire che è davvero risibile come fluttuazione e che metterei la firma ad avere misure così precise nella misura di un valore di fondo!

    L’analisi dei dati:
    Qui viene il bello… l’interpretazione è formidabile, è fatta completamente ad occhio, la famosa “triangolazione” che millanta di poter fare è impraticabile visto che i picchi non sono quasi mai presenti su tutte le sue stazioni.
    Pertanto il suo algoritmo consiste nell’aprire un grafico, vedere un aumento repentino nella sua misura e dire che ci sarà qualcosa.

    In gamba ragazzi… ci vediamo presto

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