Perché parlare di immigrazione il giorno della Liberazione?

Vedete questo enorme cartello che si snoda per alcuni metri? E’ una lista di 34.661 corpi ritrovati dal 1993 al 2018; molti non hanno un nome! Sono dati raccolti da una ONG olandese.

La lista, purtroppo non è esaustiva, sono solo una parte dei tanti migranti morti nel tentativo di raggiungere le coste dell’Europa. Solo negli ultimi 10 anni sono 26.000 i morti registrati.

Perché parlare di immigrazione il giorno della Liberazione?

La Liberazione ha il significato di una libertà ritrovata, significa diritto alla vita, a seguire il proprio culto religioso, diritto a seguire le proprie scelte.

Una democrazia non ha paura del diverso, di chi bussa alle nostre porte in cerca di protezione e riparo da guerre, carestie, persecuzioni, in cerca di un futuro per i propri figli. La diversità è una ricchezza ma solo se si pratica l’integrazione dello straniero attraverso l’inserimento nel nostro tessuto sociale e non la ghettizzazione che invece partorisce violenza, rabbia, emarginazione e porta le persone a delinquere (la popolazione carceraria è per un terzo costituita da stranieri).

Quando un ministro della Repubblica parla di invasione degli stranieri in Italia, quando parla di pericolo di sostituzione etnica dimostra che più di settant’anni da quel 25 aprile 1945 non sono bastati per superare queste posizioni nazifasciste. Chi parla in questo modo sa benissimo che non c’è alcuna invasione dello straniero, i numeri parlano chiaro!

Si vuole fomentare la paura, gridare allo stato di emergenza per giustificare decretazioni di urgenza come il DL in discussione in Parlamento che porta indebitamente il nome di DECRETO CUTRO partorito in tutta fretta nel tentativo di dare risposte alla strage del 26 febbraio scorso.

La popolazione straniera in Italia rappresenta l’8% della popolazione totale. L’Italia è al terzo posto in Europa preceduta da Germania e Regno Unito. Nel mondo occupa forse il 12° posto!

Non c’è nessuna invasione straniera in Italia!

Si insiste con la contrapposizione tra migranti clandestini, irregolari e regolari; si tratta di persone, accidenti!

I clandestini sono una categoria di migranti che non esiste in nessun trattato di diritto internazionale. E’ una parola che si usa solo in Italia e viene strumentalmente enfatizzata. Esistono i migranti regolari e gli irregolari: gli uni entrano con un regolare contratto di lavoro ma sono solo poche migliaia, gli altri entrano senza documenti ma dal momento che fanno richiesta di asilo non sono più irregolari. La protezione internazionale è un’istruttoria che spetta al paese di primo approdo, porta all’acquisizione di un permesso di soggiorno e si articola in tre istituti:

quello dello status di rifugiato (asilo politico) che spetta a chi dimostra di essere perseguitato;

quello della protezione sussidiaria che spetta a chi è perseguitato ma manca di prove tangibili;

quello residuale della protezione speciale per casi umanitari di ricongiungimento familiare, di minori non accompagnati, di chi versa in gravi condizioni psico-fisiche, di perseguitati per motivi di orientamento sessuale, culto religioso.

Il giro di vite del nuovo decreto sulla protezione speciale, un tempo chiamata umanitaria, è a danno proprio di queste persone, avrà una durata di soli sei mesi senza la possibilità di trasformarsi in permesso di soggiorno per fini lavorativi. Dove andrà tutta questa gente? Finirà nei CPR (centri di permanenza per i rimpatri) che sono centri di detenzione dove neanche l’assistenza primaria è garantita e dove il nuovo decreto ha già tagliato servizi di assistenza psicologica, corsi di lingua, orientamento al territorio e mediazione culturale. Si resta lì in attesa di impossibili rimpatri che hanno già prodotto sanzioni all’Italia perché i trattati di diritto internazionale vietano i respingimenti verso nazioni come Libia, Tunisia, Sudan. Già nel 2012 la Corte Europea dei Diritti Umani condannò l’Italia per i respingimenti di migranti verso la Libia. Erano gli anni degli accordi fra Berlusconi e Gheddafi!

Non chiamiamolo decreto Cutro, per favore!

Si è perfino tentato di far uscire l’Italia dall’obbligo dei trattati internazionali sull’emigrazione e per questo è dovuto intervenire il Presidente della Repubblica!

 Si è urlato che solo in Italia esisterebbe l’istituto della Protezione Speciale: NON è COSI’! Sono 18 i paesi europei che praticano questo istituto, 18 su 27!

I dati del 2022 dicono che mentre l’Italia ha rilasciato 10.000 permessi di soggiorno per protezione speciale, la Germania ne ha rilasciato ben 30.000 e la Spagna, che ha una presenza inferiore di stranieri, ne ha rilasciato 20.000.

Siamo stati capaci, e giustamente, di integrare 170.000 profughi ucraini con sostegni economici alle famiglie ospitanti, permessi di soggiorno illimitati, inserimento dei minori nella scuola, mediatori culturali, corsi di lingua italiana…  Per loro si è rispolverata la Decisione 2001/55/CE di protezione illimitata.

Perché tutto questo non avviene per chi fugge dall’Afghanistan, dalla Siria, dal Kurdistan, dallo Yemen?

E’ un fatto razziale, non ci sono altre spiegazioni!

La richiesta di diritto di asilo è prevista dai trattati internazionali e non può essere negata a meno che sia dimostrato che la persona sia un delinquente!

Ciò non basta per garantire una permanenza dignitosa nel nostro paese nei casi in cui lo straniero voglia permanere in Italia. Occorre lavorare sull’integrazione diffusa, quella che veniva fatta all’interno del sistema ex SPRAR, oggi SAI, ossia SERVIZI DI ASSISTENZA INTEGRATA dove gli Enti Locali partecipavano alla gestione facendo vere e proprie gare di appalto trasparenti senza affidamenti diretti a questo o quel soggetto che speculasse sulla pelle dei migranti.

Occorre mettere in piedi progetti di formazione e inserimento professionale.

 Ce lo dicono i sindaci di Crotone, Catanzaro, Cosenza, Corigliano- Rossano, tutti territori impegnati  da anni, in prima fila, a fare accoglienza.

Loro non vogliono l’istituzione di nuovi CPR e nuovi HOTSPOT.

Non vogliono neanche che si costruisca il nuovo villaggio destinato ai braccianti agricoli della zona di San Ferdinando Calabro perché l’integrazione non si fa creando dei ghetti ma dando in uso ai braccianti le tante case sfitte dei centri abitati.

Si parla di contingentare gli arrivi e di bloccare le partenze facendo accordi con i paesi di provenienza.

Conosciamo questi accordi. Si chiamano MEMORANDUM ITALIA-LIBIA appena rinnovato, che accorda miliardi a un paese che non ha neanche un governo regolare, dilaniato da lotte intestine che intasca i soldi per gestire veri e propri lager. Questi accordi partono con il governo Gentiloni nel 2017 , gestiti dall’allora Ministro dell’interno Marco Minniti e rinnovati tacitamente a partire dal 2 febbr 2023.

Si è arrivati a concepire un sistema di ESTERNALIZZAZIONE DELLE FRONTIERE, ovvero affidamento della gestione della sicurezza delle frontiere terrestri e marine a gestori esterni. Così entra in gioco la famigerata AGENZIA FRONTEX, agenzia europea di guardia frontiera e costiera che presiede i confini terrestri e marini impedendo ai migranti di varcare ogni frontiera europea di mare e di terra. Partita con tre addetti, oggi ne conta più di 14.000. Il suo budget è passato dai 143 milioni di euro nel 2015 ai 754 milioni di euro nel 2022.

Pur di non avere migranti tra i piedi si buttano fiumi di soldi che costituirebbero risorse preziose per dare dignità a milioni di persone che cercano il loro posto nel mondo.

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