Sulla manifestazione a montecitorio e i media nazionali

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Il 16 giugno è una data che ricorderemo a lungo: il giorno in cui gli aquilani si sono ripresi, strappandola di mano ai grandi poteri, voce e dignità. La notizia della manifestazione ha riempito le prime pagine di tutti i quotidiani nazionali ed è apparsa su molteplici testate internazionali, europee e statunitensi, persino in Nuova Zelanda. Non abbiamo ottenuto per ora quello per cui siamo scesi in piazza: le modifiche al decreto Ammazza Abruzzo. Il dott. Straguadagno (il nome la dice lunga) ha ricevuto dentro Montecitorio cinque rappresentanti dei comitati per far finta di ascoltarli e alla fine dire loro che hanno già deciso tutto. Ma il risultato che conta davvero è quello di scoprirci capaci di bucare il muro di silenzio nel quale hanno provato in ogni modo a rinchiuderci. Per organizzare la manifestazione abbiamo superato difficoltà enormi: la Protezione Civile ha vietato per settimane assemblee cittadine nella maggior parte delle tendopoli, la distribuzione di volantini, la possibilità di sopperire a questi divieti informando da fuori le reti di cinta con i megafoni. Nonostante questo la mattina del 16 maggio dall’Abruzzo sono partiti 14 autobus. Autobus pieni, da L’Aquila e dalla costa. Autobus autofinanziati, in parte con i fondi raccolti da comitati cittadini in parte dai manifestanti stessi. A questi si sono aggiunti gli aquilani venuti in modo autonomo dall’Abruzzo e quelli temporaneamente residenti a Roma, più tantissime persone solidali con noi (universitari, precari dell’INGV, alcuni vigili del fuoco, ecc). Eravamo più di 1500 persone.  La notizia è stata riportata correttamente e con molte prime pagine da Il Corriere della Sera, La Repubblica, Il Centro, Il Messaggero, Il Manifesto, Liberazione, L’Unità, Il Sole 24ore e tanti altri. In più tantissimi link di testate internazionali:
Wall Street Journal: http://online.wsj.com/article/BT-CO-20090616-711798.html
DW-World.de: http://www.dw-world.de/dw/article/0,,4336230,00.html
Euronews:http://fr.euronews.net/2009/06/17/la-colere-des-rescapes-de-l-aquila/
The Washington Post: http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2009/06/16/AR2009061601224.html
TV.NZ : http://tvnz.co.nz/world-news/italy-quake-survivors-protest-reconstruction-2787321
Earthtimes: http://www.earthtimes.org/articles/show/273469,earthquake-refugees-protest-in-italy.html
solo per citarne alcuni. Ora,  a chi avesse avuto la malaugurata idea di leggere un giornaletto chiamato il Giornale, avrà trovato un articolo dal titolo: “E adesso la sinistra usa anche i terremotati: in 600 dall’Abruzzo bloccano il traffico per protestare contro il governo. Tra loro esponenti dell’opposizione che cercano di cavalcare il dramma del sisma. Ma la risposta gli abruzzesi l’hanno già data alle urne”).
mCara giornalista Maria Giovanna Maglie, il suo lavoro è riportare i fatti. Può avere opinioni di vario genere in proposito, ma se modifica i fatti il suo lavoro viene meno, e dovrebbe dedicarsi ad altro. Riportiamo di nuovo il comunicato sulla manifestazione. Da giornalista avrebbe dovuto leggerlo attentamente:http://www.ilcapoluogo.com/e107_plugins/content/content.php?content.16784 . Quello che è successo il 16 per noi aquilani è stato un piccolo miracolo. A due mesi dal sisma in cui abbiamo perso parenti, amici, case, lavoro e l’intera città, siamo riusciti ad organizzarci superando infiniti disagi e a portare i nostri veri bisogni (VERI, non quelli che per due mesi ci hanno messo in bocca senza chiederci nulla) e a gridarli sotto al palazzo di un Governo che dal 6 aprile scorso ci strumentalizza senza sosta, che rifiuta di restituirci la nostra città, che continua a fare da padrone e a farci sentire ospiti nella nostra terra.  Non c’erano bandiere di partito in piazza. Ai sindaci del cratere sismico abbiamo chiesto di togliere la fascia, a ricordare senza possibile ombra di dubbio ai giornalisti come lei che la manifestazione era dei cittadini, non dei partiti né delle istituzioni. L’hanno indossata solo nei momenti di tensione per tutelarci, previo nostro consenso. In piazza non c’era né la destra né la sinistra, c’erano cittadini esausti ed arrabbiati, con le idee chiare, pieni di orgoglio per una città doppiamente devastata dal sisma e dalla malapolitica. Lo striscione che apriva la manifestazione era “Forti e gentili sì, fessi no. Dov’era lei quel giorno, che ha avuto il coraggio di darci dei fessi ancora una volta? Pensa davvero che gli aquilani siano delle patetiche sagome monodimensionali? Manipolabili da una sinistra che porta in piazza dei poverelli inermi? Non ha mai pensato che ci stavano manipolando durante la campagna elettorale? Facile manipolare quando i media riportano soltanto le passerelle e le parole dei potenti. Questo non le è venuto in mente negli ultimi due mesi? Si ricordi che è per puro caso se lei non è dall’altro lato del corteo. Una mera casualità geografica, un lungo respiro di 20 secondi. Quelle persone potevano essere lei, i suoi familiari, i suoi amici, tutte le sue arroganti certezze. Le ricordo inoltre che la nostra città ha avuto il 72% di astensioni alle elezioni europee. Definirlo un successo elettorale è davvero imbarazzante per tutti noi. Qui destra e sinistra non significano più nulla. Noi continueremo a lottare per il 100%. La ricostruzione, la partecipazione dei cittadini e la trasparenza sono le uniche cose che ci interessano. Le chiacchiere da salotto sulla destra e la sinistra le lasciamo a gente come lei, che il salotto ce l’ha. Qui ci sono persone che pisciano da più di due mesi nei bagni chimici e lo faranno ancora per moltissimo tempo.
A questo striminzito codazzo aggiungiamo anche Libero e il Tempo. L’Ultimo caso è ancora più grottesco. Il Tempo d’Abruzzo riporta correttamente la manifestazione come evento spontaneo dei terremotati (“Gli aquilani traditi ed umiliati. La protesta danvanti Montecitorio non fa cambiare idea al Governo”). Sulla testata nazionale si legge invece della fantomatica manipolazione. E’ evidente che al Tempo d’Abruzzo gli articoli li scrivono gli Abruzzesi, che ad inventare menzogne sulle proprie tragedie ogni tanto non ce la fanno proprio. Roba da ridere, se solo ci fosse ancora da ridere. Ringraziamo quindi tutti gli organi di stampa che hanno fatto il loro lavoro, ovvero RIPORTARE I FATTI, che per fortuna sono stati la maggioranza.
Ci vediamo il 27 giugno al Dicomac, sotto la Guardia di Finanza dell’Aquila, sempre di più forti, e sempre meno fessi.

5 commenti

  1. Grandiosi il vostro sforzo e la vostra determinazione, manifestata palesemente il 16 giugno scorso. Bisogna mettere a nudo le ingiustizie che gli aquilani stanno subendo, specialmente quelle vissute dalle persone all’interno delle tendopoli.
    Vi porto tutti dentro il cuore, nessuno escluso.

  2. Bella manifestazione.
    Sono un romano che insegna (un giorno alla settimana) all’università de L’Aquila.
    Ero lì e confermo che non c’è stata alcuna manipolazione partitica; faccio parte di un movimento politico che, come tutti gli altri, ha evitato qualsiasi simbolo per manifestare insieme agli altri.
    Davvero “qui destra e sinistra non significano più nulla” (e forse non solo qui…).
    Patetici i tentativi di strumentalizzazioni, da una parte e dell’altra.
    Forza aquilani!

  3. Ce lo venga a dire in faccia Berlusconi che la nostra protesta è strumentalizzata… se ha il coraggio. Vedrà che glielo diamo noi il weekend in campeggio.
    Sempre + forti sempre – fessi!!!!

    Sara da L’Aquila

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