Il 24 giugno all’Aquila assemblea “Emergenza, democrazia e diseguaglianze”

https://www.facebook.com/3e32LAquila/videos/275013080405936/
Il video della diretta dell’incontro

24 giugno 2020, ore 17:30
CaseMatte – Parco di Collemaggio | L’Aquila

Cosa hanno in comune la gestione di un’emergenza post-sisma e quella di un’emergenza dovuta a una pandemia? E che cosa invece ne fa due situazioni radicalmente diverse?

L’emergenza planetaria che stiamo affrontando ci pone di fronte a molte sfide, vecchie e nuove. Negli ultimi mesi, in particolare, abbiamo assistito nel nostro Paese a una reazione scomposta da tanti punti di vista: mediatico, istituzionale e in parte anche popolare. Come per i terremoti, anche in questo caso non eravamo affatto preparati, nonostante avessimo ormai da tempo l’obbligo di adottare e aggiornare puntuali piani pandemici.

Nella gestione di questo periodo abbiamo subito, come spesso accade nelle situazioni emergenziali, un accentramento senza precedenti del potere territoriale, un vasto uso di decreti presentati come l’espressione di un solo uomo al comando, una sospensione di fatto dei luoghi democratici, persino istituzionali e, last but not least, un crescente atteggiamento autoritario e prevaricatore da parte delle forze dell’ordine. Cittadine e cittadini sono stati considerati soltanto come destinatari di direttive volte a limitare le libertà e di una strategia di controllo coadiuvata dalla delazione tra pari.

Per la prima volta nella storia, abbiamo vissuto inoltre una situazione in cui tutto, anche le più piccole scelte individuali, era deciso dai dati. Ma sono stati i dati condivisi adeguatamente? La popolazione e i media erano pronti a utilizzarli consapevolmente e a comportarsi di conseguenza? Non sono forse le informazioni state fornite in maniera scorretta e strumentale?

Stiamo vivendo anche un’emergenza in cui in moltissime e moltissimi sono divenuti letteralmente invisibili e in cui lo Stato nulla ha fatto per loro, decidendo scientemente di ignorarli.

Dalle misure di sostegno economico ai precari e ai poveri, in molti casi decise con criteri discriminatori o addirittura non ancora a disposizione delle famiglie bisognose; al carico di cura in famiglia, sempre sulle spalle delle donne, e alle mancate misure di protezione per le donne esposte al rischio di violenza domestica; dalla chiusura di spazi di formazione e crescita per bambini e bambine, alla sospensione delle libertà personali e degli spazi di integrazione e socialità per le persone con problemi di salute mentale; al sistema di accoglienza chiuso e lasciato a se stesso, senza nessun supporto. Le categorie di persone che in un modo o nell’altro sono finite nel dimenticatoio sono quelle che sempre pagano purtroppo il prezzo più caro delle crisi: i bambini e le bambine, le donne, le fasce deboli delle comunità, siano essi migranti, indigenti o persone con problemi di salute mentale.

La distanza ha spesso interrotto anche la ri-costruzione delle nostre comunità, da praticare innanzitutto dal basso. Oggi più che mai sentiamo allora il bisogno di ritessere le fila, di ritrovarci per affrontare con forza e condivisione d’intenti le crisi violente attualmente in corso e quelle che accadranno nel futuro prossimo: psicologiche, sociali, economiche e forse ancora sanitarie.

Lo vogliamo organizzare da Casematte, partendo dall’esperienza collettiva di una realtà di aggregazione sociale nata nel 2009 per rispondere all’emergenza democratica causata dalla gestione post-catastrofe centralizzata e militarizzata della Protezione Civile e dell’allora Governo Berlusconi e cresciuta negli anni come luogo di contrasto delle diseguaglianze cittadine.

Lo vogliamo fare con tante organizzazioni e persone che hanno vissuto sulla propria pelle le dinamiche autoritarie e ingiuste delle emergenze passate – da L’Aquila a Napoli, all’Appennino Centrale – e delle emergenze attuali: dalle reti di solidarietà nate nei mesi del lockdown al racconto anche più drammatico dell’emergenza sanitaria nel nord Italia.

Lo vogliamo pensare come un momento di riflessione per ricominciare a costruire un percorso di consapevolezza condiviso, con la speranza che contribuisca a rafforzare reti e proposte nazionali. Per continuare ad alimentare un dibattito reale che sia davvero aperto alle istanze di una società sempre più in difficoltà di fronte alle dinamiche politiche statali e allo strapotere degli interessi economici, che le prime sovrastano. Per, insomma, rivendicare e esigere ancora una volta i nostri diritti.

Modalità

L’Aquila lancia un’assemblea nazionale “a” e “da” CaseMatte, con la partecipazione tanto in presenza (all’aperto) che a distanza.

Pensiamo infatti sia assolutamente necessario riprenderci lo spazio di parola e l’iniziativa del fare insieme comunità in maniera consapevole, senza cioè ignorare il rischio legato alla possibilità di contagio, ma senza allo stesso tempo farci paralizzare dalla minaccia che esso rappresenta.

Dobbiamo fare i conti infatti con una contraddizione: abbiamo il bisogno della vicinanza dei nostri corpi – senza di essa la costruzione attiva del ragionamento collettivo è impossibile – e allo stesso tempo dobbiamo adottare le giuste misure di autoprotezione verso noi stessi e la comunità. Non bisogna scindere libertà e responsabilità, in questo caso meno che mai.

Per questo abbiamo pensato di accogliere nell’area all’aperto di CaseMatte il maggior numero di persone possibile relativamente alla vastità dello spazio, in totale sicurezza, senza rinunciare alla tecnologia digitale come opportunità per allargare la capacità d’analisi con un uno scambio di conoscenze che travalichi le distanze geografiche e permetta una condivisione utile a ripensare in autonomia la situazione attuale.

Per rendere possibile il distanziamento necessario sul posto, allestiremo un impianto che diffonda il segnale audio e video in tutta l’area dell’incontro, mentre la partecipazione di altri ospiti che interverranno da varie parti d’Italia avrà luogo a distanza, tramite l’utilizzo di piattaforme digitali appropriate, che consentiranno così l’interazione con i presenti dotati di dispositivi di protezione individuali e la diffusione in diretta nel web tramite lo streaming.

🗣 Partecipanti

✔ Casematte: dall’Aquila al Covid, l’emergenza come sospensione degli spazi democratici
✔ Francesca Nava, giornalista: gestione dell’emergenza a Bergamo
✔ Lab. Occ. Insurgencia, Napoli: dai rifiuti ai terremoti all’emergenza sanitaria, gli effetti dello shock economy e del controllo sociale
✔ TerreinMoto, Marche: le emergenze dimenticate. Il terremoto del centro italia e i tentativi di speculazione nelle aree interne
✔ Antonello Ciccozzi: comunicazione del rischio, cos’è cambiato dall’Aquila al Covid
✔ Alberto Puliafito, Slow News: comunicare l’emergenza. Meno, meglio
✔ Andrea Borruso, Ondata: Dati, informazione, emergenza e istituzioni: alcune note sui primi mesi della COVID-19
✔ Alberto Campailla, Nonna Roma: mutualismo a Roma e la situazione degli esclusi dalle situazioni emergenziali
✔ Rete Solidale: mutualismo a L’Aquila e la situazione degli esclusi dalle misure emergenziali
✔ Giovanna Cavallo, Pensando Migrante: le persone di origine straniera e l’esclusione dalle misure emergenziali
✔ Michela Cicculli, LuchaYSiesta: la situazione delle donne e le risposte del movimento femminista
✔ Silvia Frezza, maestra: crescere nelle emergenze. Le bambine e i bambini ignorate nella gestione della ricostruzione post terremoto e da quella sanitaria
✔ FuoriGenere, Rete 8 marzo L’Aquila: Per una lettura intersezionale delle emergenze
✔ Simona Giannangeli: CAV L’Aquila