È il tempo di stare al fianco dei fragili

Da ieri CaseMatte, lo spazio sociale nel parco di Collemaggio all’Aquila, è stato temporaneamente chiuso per un senso di responsabilità pubblica nei confronti della comunità, a causa del coronavirus.

La decisione non è stata poco dolorosa, perché seppure in forme per certi versi diverse da quelle originarie, negli ultimi 11 anni CaseMatte è stato sempre un punto di riferimento per molte persone, che l’hanno attraversata partecipando a innumerevoli attività politiche, laboratoriali, sociali e culturali, o che si sono semplicemente incontrate per riempire vuoti che una situazione come quella che abbiamo vissuto dopo il terremoto crea.

Una situazione nata anche come reazione collettiva all’assurdo stato d’eccezione di allora. Per questo rimaniamo allibiti che stia circolando il nome di Guido Bertolaso come “super commissario” dell’emergenza Covid 19, e che questo nome sia stato proposto da Matteo Renzi e sostenuto da Matteo Salvini e Gianni Letta.

Da aquilani e aquilane non possiamo che rimanere sgomenti di fronte ad una simile prospettiva e ci sembra assurdo che la si stia anche solo valutando, come se la nostra classe politica non avesse un briciolo di memoria.

Non riusciamo a credere che si abbia il coraggio di far finta che tutto ciò non sia mai accaduto e proporre di conferire a Bertolaso un ruolo così delicato, proponendo di fatto di rimettere la Protezione Civile nelle mani del suo carnefice. Da aquilane e aquilani ci sentiamo in dovere di lanciare un appello al Governo e a tutta quella parte di Paese che ha ancora a cuore la libertà, l’onestà e la dignità dell’Italia: Bertolaso mai più.

Sappiamo cosa significhi vivere in un regime d’emergenza, e per questo la nostra attenzione oggi e nelle settimane a seguire sarà rivolta, come sempre, all’importanza del benessere di comunità, soprattutto per la tutela delle fasce più fragili della popolazione.

In questa situazione, infatti, chi soffre di più della mancanza di socialità sono gli utenti dei centri di salute mentale, gli anziani in difficoltà, le persone che non hanno strumenti economici per provvedere a loro stesse, i migranti che hanno difficoltà anche ad avere accesso alle informazioni, o le tante donne che lavorano come badanti e assistenti domiciliari, spesso in condizioni difficili, o quelle che subiscono violenza domestica. Gli emarginati e i marginalizzati.

Soprattutto per le fasce deboli, ma in generale per tutti e tutte, affermiamo che senza dubbio i tagli alla sanità pubblica degli ultimi decenni sono il vero peso dell’emergenza. Se una cosa ci insegna il coronavirus, è che uno Stato sano si misura dalla sanità pubblica, che tutela tutta la popolazione.

Chiediamo l’amnistia per i reati minori, verso i detenuti e le detenute nelle carceri: è inaccettabile un sovraffollamento già in una situazione di normalità, ancora più vergognoso in una condizione d’emergenza epidemiologica come quella che viviamo oggi. Vogliamo che venga rispettato il diritto alla salute.

In queste settimane ci organizzeremo per monitorare le condizioni di vita individuale e comunitaria, insieme ai collettivi e le associazioni che trovano casa a CaseMatte, con le altre realtà cittadine ed extra-regionali con cui da tempo siamo in rete.

A prescindere dalla chiusura temporanea di un luogo fisico, vogliamo rimanere punto di riferimento per le fasce più fragili, per chi è isolato/a o solo/a, per chi ha bisogno o voglia di socialità, o di un aiuto concreto. Potete scrivere a questa pagina o fare riferimento ai numeri 348-1760542, 348-3156116, 328-1017681, 329-8774279 e 349-3275835.

Lascia un commento