Solidarietà ai/alle compagn* torinesi: contro la svolta autoritaria delle istituzioni italiane

Contro la svolta autoritaria delle istituzioni italiane, occorre al più presto costituire una rete comune di autodifesa.

Come comitato 3e32 e come spazio sociale “CaseMatte” dell’Aquila esprimiamo la nostra piena solidarietà e la nostra totale complicità con i/le compagn* torinesi che il 1° maggio 2017 hanno preso parte allo spezzone del corteo sociale per contestare il PD e i sindacati confederali.

Caricati allora immotivatamente dalle forze dell’ordine, sono stati colpiti il 13 luglio 2018 dalla notifica di 15 misure cautelari e, in 9 casi, di arresto domiciliare, oltre che attraverso la perquisizione del centro sociale “Askatasuna” e dello spazio popolare “Neruda”.

Quello di venerdì scorso è solo l’ultimo atto di una strategia complessiva volta a normalizzare nel nostro Paese l’uso sempre più massiccio di misure giuridiche e di piazza apertamente autoritarie e anti-democratiche.

Le parole del ministro degli interni Salvini sui social, che invoca con toni tanto vaghi quanto inquietanti la punizione di tutti i “delinquenti” ancora in circolazione, la recente e a dir poco sfacciata richiesta della Meloni per abolire il reato di tortura e dare così mano libera alle forze dell’ordine, le motivazioni tutte politiche addotte dal PM Rinaudo in questa circostanza, secondo il quale i dissidenti torinesi avrebbero voluto “rimarcare la loro estraneità alla manifestazione [ufficiale] e ai valori da essa espressi”: di fronte a ciò, noi tutti e tutte rivendichiamo l’esigenza di non allineamento espressa dai/dalle compagn* torinesi e rimarchiamo con forza la nostra estraneità a una politica istituzionale i cui valori sono sempre più vicini ai disvalori del fascismo.

Una presa di posizione politica autonoma e non in linea viene ormai considerata immediatamente e di per sé come illegale e colpita senza esitazioni. È necessario coordinarsi e ritrovarsi insieme contro questa deriva.

La tradizione italiana di mobilitazioni dal basso, sia sui territori minacciati da disastrose “grandi opere”, sia attraverso il tessuto di iniziative legate agli spazi sociali autogestiti e alle lotte diffuse che hanno comunque costellato le nostre città e le nostre campagne negli ultimi anni, insieme alla presenza dei migranti sul territorio nazionale, è sempre più percepita a livello istituzionale come una minaccia concreta in grado di mettere in questione un ordine costituito da forze politiche parlamentari che, per quanto tra di loro eterogenee, perseguono comunque scopi unitari.

Non c’è spazio per chi decide di costruire un’alternativa sociale e politica nella vita di tutti i giorni, consacrando tanta parte del proprio tempo in pratiche di mutualismo, di solidarietà e di opposizione reale al colonialismo interno portato avanti dalle dinamiche del capitalismo globale e dai suoi emissari nostrani.

Come aquilani abbiamo visto, dopo il sisma del 6 aprile 2009, la nostra città trasformata in un’immensa caserma e abbiamo dovuto sperimentare sulla nostra pelle la messa in opera di un laboratorio repressivo e di gestione delle popolazioni all’avanguardia, senza precedenti in Italia per dimensioni ed estensione (dispiegato dalla Protezione Civile e voluto dalle diverse forze politiche locali e nazionali allora al governo).

E come attivisti e militanti aquilani impegnati nel contrastare questi processi, ci sentiamo di rivolgerci a tutti coloro che hanno a cuore e coltivano oggi l’autonomia degli individui e delle comunità, così come la libertà di costruire percorsi di lotta contro la distruzione dei nostri diritti e contro la dissuasione violenta del nostro irrinunciabile dovere di critica verso i fascismi istituzionali.

In questi tempi così brutalmente segnati dal ritorno di un autoritarismo che sembrava appartenere per sempre al passato, è necessario impegnarsi a fare rete il più possibile, coalizzarsi in nome di una autodifesa condivisa contro un un nemico che non teme di superare le proprie differenze interne per conseguire i propri loschi obiettivi.

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