L’Aquila, 9 anni dopo: è il momento del coraggio

Stasera, alle 22:30, invitiamo tutti e tutte a partecipare alla fiaccolata in ricordo delle vittime del terremoto del 6 aprile 2009. Dopo nove anni sentiamo il bisogno di stringerci intorno ai parenti delle vittime, per chiedere ancora verità e giustizia. Quella stessa giustizia parzialmente negata dalle aule di tribunale, ma che al contrario è ben chiara agli occhi degli aquilani e delle aquilane. Non permetteremo a nessuno di riscrivere la nostra storia, perché sappiamo di chi sono le responsabilità della mancata prevenzione, delle “operazioni mediatiche”, della gestione dell’emergenza e poi della ricostruzione. Per questo da tempo parliamo di uno spazio della memoria, da individuare in città e da immaginare insieme ai comitati dei parenti delle vittime.

Oggi viviamo su un territorio dove esiste una comunità che sembra essere tornata a una normalità “monca”, in una quotidianità sospesa dove si vive il passato con nostalgia, il presente con precarietà e il futuro con preoccupazione. L’Aquila è un’immensa (e vuota) periferia, dove non ci sono né servizi né punti di riferimento di alcun genere. Noi, come tanti e tante altri, resistiamo e vogliamo continuare a vivere qui, grazie all’unica risorsa che abbiamo: tutti e tutte coloro che combattono, nonostante le difficoltà, aggravate nel corso degli anni da classi dirigenti inadeguate.

La nostra forza è la comunità, la vicinanza, la condivisione di sentimenti e azioni. Per questo, oggi e domani gli aquilani e le aquilane si stringono tra loro per darsi forza e ricordare ciò che è successo. Ma il tessuto sociale della città è diverso da quello di nove anni fa. Oggi per noi dev’essere il momento del coraggio: di mettersi in gioco per un reale miglioramento delle nostre condizioni di vita, di occupare vuoti lasciati dalla politica, di promuovere un conflitto popolare e generalizzato volto al riscatto sociale e alla riconquista di una vita degna.

Durante il resto dell’anno continueremo a camminare e lottare, a testa alta, per costruire una città e una comunità migliore, più aperta e inclusiva, realmente solidale, opponendoci come sempre a chi vuole sacrificare presente e futuro della comunità all’interesse di pochi.

Un commento

  1. Sono napoletan/romano, la fortuna mi è amica e mi ha risparmiato, vivendo a Roma, il primo e, avendo avuto occasione, prima del drammatico e doloroso evento, di lavorare saltuariamente a L’Aquila, il secondo! Ma sono rimasto attaccato fortemente a quest’ultima per ragioni di cuore che, a distanza di 38 anni, non riesco a cancellare, quindi amo ancora l’una e l’altra

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