Lettera dall’Aquila – Franco Gabrielli: garante di cosa?

In questi giorni si discute della nomina, da parte del Governo, del prefetto di Roma Franco Gabrielli, come coordinatore delle attività del prossimo Giubileo, in risposta agli scandali di “mafia capitale”. L’ex capo della Protezione Civile ha già chiarito di non voler parlare di “modello Expo”, anche se per sua stessa ammissione, “quando ci riferisce al modello Expo, che poi è il modello Gabrielli perché l’ho scritto, è dare al prefetto il coordinamento delle attività dei singoli Enti”.

Tralasciando ogni superfluo commento su quanto abbia funzionato bene in termini di legalità il “modello Gabrielli” per l’Expo, vogliamo invece ricordare a tutti ciò che è successo a L’Aquila nel dopo terremoto, quando Gabrielli era Prefetto e vice Commisario di Bertolaso, con il compito di vigilare contro infiltrazioni criminali nella ricostruzione.

Si possono citare gli affari fatti dalle cricche di Anemone e Balducci che ridevano la notte del sisma, oppure con la scellerata gestione degli appalti (in deroga) per il progetto Case, per cui sono stati già condannati esponenti del Dipartimento della Protezione Civile per l’installazione di isolatori sismici difettosi (mentre i balconi delle palazzine crollano); si può continuare con l’inchiesta della magistratura sui 33 milioni spesi per i bagni chimici della Sebach, oppure con l’infiltrazione della ‘ndrangheta e della camorra nella ricostruzione, o sulla più recente vergognosa verità venuta a galla sui fondi per l’assistenza agli sfollati finiti nelle tasche di Carminati attraverso false fatturazioni di un hotel della città, che riceveva migliaia di euro dalla Protezione Civile per l’ospitalità ai terremotati ignari.

Verrebbe da chiedersi: mentre accadeva tutto questo, dov’era il prefetto Franco Gabrielli? Ve lo diciamo noi. Si occupava della repressione dei movimenti e dei comitati cittadini, mettendo in discussione diritti fondamentali: ad esempio, vietando le assemblee e il volantinaggio nelle tendopoli o, sfociando nel ridicolo, con il grottesco “sequestro” delle carriole, per il quale attivisti e attiviste hanno dovuto subire un processo penale, affrontando le spese legali, prima dell’assoluzione in formula piena.

Guardando un po’ più in avanti con il tempo, potremmo ricordare che Gabrielli è succeduto a Bertolaso come capo della Protezione Civile e, dopo una prova molto opaca in questo ruolo, è stato nominato nel 2011 Commissario straordinario per l’emergenza immigrati in Italia. Evidentemente qualcosa deve essergli sfuggito anche qui, alla luce di quanto viene fuori dalle indagini di “mafia capitale”, sul business sui centri di accoglienza per i migranti.

Di fronte a tutto ciò, la decisione del Governo di nominare Gabrielli come “garante” per il Giubileo, e il silenzio assordante da parte della politica e della società civile di fronte a questa scelta, ci lascia davvero interdetti. Dobbiamo dunque rassegnarci ad accettare il modello L’Aquila, quello delle grandi opere e dei grandi eventi, con un consenso bipartisan che mette tutti d’accordo, per il quale si antepone sempre il profitto e gli affari di pochi all’interesse delle comunità, reprimendo o oscurando chi prova a protestare?

Lo abbiamo visto bene a L’Aquila, dove i processi contro i movimenti – 57 denunce in 6 procedimenti differenti – continuano ad andare avanti, mentre le cricche e gli sciacalli hanno fatto affari indisturbati.

Noi non ci caschiamo. Continueremo a combattere il “modello Gabrielli”, nonostante le bugie, la repressione e la propaganda. Come facciamo fin dal giorno successivo al terremoto.

 

Un commento

  1. certo che se tutte queste cose sono vere , ed alcune sono chiare e attendibili, non è meglio volgere lo sguardo altrove ? Cambiare ?

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