Venerdì 26 giugno, nuova udienza del processo a CaseMatte

CM3E32
by boccaccino

Venerdì 26 giugno ci sarà una nuova udienza nei confronti di 12 attivisti e attiviste per l’occupazione di CaseMatte. Nelle altre puntate la dirigenza della Asl1, che ci vuole male, ci ha chiesto 50mila euro per danni d’immagine. Dopo i “Casalesi” dunque, eccoci, alla sbarra arriviamo noi, i CaseMattesi. ‘Invitiamo tutti e tutte i/le solidal* a passare presso il tribunale di Bazzano durante tutta la giornata (visto che non ci è data sapere l’ora esatta dell’udienza) dalle 9:30 in poi.

Sotto un Appello per CaseMatte, scritto qualche mese orsono

Sono quasi cinque anni che, come comitato 3e32, abbiamo dato vita all’esperienza di ricostruzione sociale autogestita di CaseMatte. In questo tempo lo spazio pubblico che abbiamo creato è divenuto a L’Aquila un fondamentale centro di aggregazione e di produzione culturale e politica.


Siamo tra i pochi nodi pulsanti in questa città complessa e in trasformazione e che ha ancora fame di spazi sociali. CaseMatte è uno spazio autogestito, che non ha mai ricevuto un finanziamento, non è dipendente da niente e nessuno, veramente autonomo e libero. E così vogliamo che rimanga, anche a costo di continuarasle ad esser trattati come banditi sul cui capo pesa, in un’aula di tribunale, l’ imputazione di occupazione abusiva in concorso. Perché è quello che sta avvenendo.
Stiamo rispondendo penalmente per esserci presi cura ed aver riqualificato 28metri quadri e l’aiuola circostante, mentre tutta ColleMaggio resta ampiamente abbandonata.
La direzione della Asl non considera ColleMaggio un bene pubblico della città e ha denunciato chi la pensa diversamente.
Ci chiediamo se davvero esista una soluzione politica, se sia ancora possibile trovare un punto di incontro a tale proposito.
Perché CaseMatte pone una questione centrale nella ricostruzione di questa città le cui sorti sono legate a due diversi visioni del futuro della ricostruzione:
da una parte chi vuole conservare e sviluppare spazi pubblici in un ottica di bene comune, dall’altra chi recinta, chiude, privatizza, vende per l’interesse di pochi, impoverendo la città stessa.
E allora ci rivolgiamo prima di tutto alla città: è giusto che l’esperienza incarnata da CaseMatte possa essere affrontata unicamente nell’aula di un tribunale?
E’ giusto condannare chi per anni si è generosamente attivato per la città e dentro la città apportando linfa vitale ad un contesto troppo spesso piatto e ai limiti del vivibile?
E’ giusto che uno dei pochi spazi sociali dove si produce cultura, arte e si fa politica venga chiuso?
Non è forse giusto invece che CaseMatte venga finalmente considerata parte integrante della nostra comunità e da questa venga quindi tutelata, nella sua particolare natura libera e autogestita?
In questi anni, CaseMatte da subito dopo il terremoto ha svolto una funzione che pochi altri, e non le istituzioni, hanno voluto o avuto la forza di svolgere: venire incontro alle esigenze che questa città/non città esprime continuamente, cercando di rispondere alle laceranti contraddizioni ed al disagio che ora i benpensanti percepiscono soltanto come una “mancanza di sicurezza”.
Nel bel mezzo della crisi, in una città terremotata e senza lavoro, la nostra risposta di donne e uomini precari, è stata quella di costruire nel deserto sociale, e totalmente con le nostre forze, uno spazio che venisse incontro direttamente ai nostri bisogni reali e a quelli del territorio.
Se credi che quest’esperienza in questa città sia giusta, serva e vada tutelata anche nella misura in cui si è fatta portatrice di un’altra visione della città, firma mandando una mail di adesione a info.3e32@gmail.com

Un commento

  1. Sicuramente la vostra presenza è più preziosa di quella silveri che nn ha fatto nulla per questa citta.

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