GIOVEDì 6 FEBBRAIO AL CONSIGLIO COMUNALE, NON GNOCCHI MA FREGNACCE! NOI NON CI STIAMO, E VOI?

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Il GRANDE INCIUCIO ALL’AQUILANA

Il sindaco Cialente ha ritirato le dimissioni annunciate dopo lo scandalo dell’inchiesta “Do ut des”, senza che alcuna delle condizioni a cui le dimissioni erano dovute sia cambiata.

Gli indagati (tra cui membri ed ex membri dell’amministrazione come Riga e Placidi, l’ex consigliere Tancredi e il dirigente Di Gregorio) sono ancora indagati; il ministro Trigilia  (a cui Cialente aveva di fatto imputato la sua crisi politica) è ancora al suo posto e i rapporti con il governo non sono migliorati, anzi. Persino la giunta è rimasta la stessa, ma “riverniciata” con la nomina del procuratore Trifuoggi a vicesindaco. Quando si dice sepolcri imbiancati…

E l’opposizione di centrodestra in tutto questo? Dopo un lungo ed assordante silenzio seguito agli arresti e all’inchiesta, il capogruppo De Matteis aveva annunciato le dimissioni in massa dei “suoi” consiglieri per provocare comunque la caduta della giunta. Dimissioni, anche queste, solo annunciate.

L’amministrazione Cialente resta quindi in piedi grazie al supporto e alla complicità non solo di tutto il centrosinistra (SEL e Rifondazione Comunista inclusi) ma anche di De Matteis e del centrodestra. Unica opposizione, quella dei due consiglieri delle liste civiche Di Cesare e Vittorini.

Larghe intese di fatto, quelle che una volta si chiamavano inciuci.

Perché?

Al di là  del personalismo e della sovraesposizione del sindaco, il problema di questa amministrazione e di questa città non sta solo nella persona di Massimo Cialente. E nemmeno nel Partito Democratico.

Forse è ora di dire che il problema di questa città sta in un sistema di potere esteso e trasversale, bipartisan, che lega insieme nell’interesse destra e sinistra, PD, UDC, ex PDL e buona parte degli attuali consiglieri comunali.

Lo stesso sistema che all’indomani del terremoto si è piegato a Berlusconi e alla Protezione Civile Spa, permettendo lo spopolamento della città; che ha localizzato il Progetto C.A.S.E. devastando il paesaggio e provocando una irrimediabile disgregazione sociale; che ha lasciato che una società finanziaria, Europa Risorse, si appropriasse e gestisse gli alloggi sfitti agibili (attraverso il Fondo Immobiliare); che non ha saputo sostenere l’economia del territorio, i commercianti e le piccole imprese locali, sempre più in crisi; che ha favorito un progetto inopportuno e ben poco limpido come l’Aeroporto, dandolo in gestione ad oscuri personaggi; che spreca soldi pubblici pagando affitti ai costruttori per gli uffici comunali quando potrebbe disporre di edifici propri; che si autoalimenta ad ogni elezione con pacchetti di veri e propri voti di scambio.

E l’elenco sarebbe ancora lungo…

Un sistema che, pur avendo gestito miliardi di euro (miliardi che l’amministrazione si è sempre rifiutata di rendicontare ai cittadini, nonostante le ripetute richieste), ha provocato l’impoverimento della città provocando una vera emergenza sociale.

Dove sono finiti i nostri soldi?

In questo sistema di clientele e spartizioni, centrosinistra e centrodestra sono egualmente coinvolti e responsabili. Non esistono singoli casi e pecore nere, non è un problema di persone, ma, lo ripetiamo per l’ennesima volta perché è il punto chiave, di sistema.

Un sistema che permette a pochi di accaparrarsi i molti soldi della ricostruzione e i relativi appalti e progetti o di gestirli in modo privatistico e clientelare, sulla nostra pelle. E’ su questo che si basano le “larghe intese” all’aquilana, gli accordi che tengono in piedi Cialente oltre ogni decenza e che spiegano i teatrini mediatici a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane. Cialente e il PD oggi: ma se fosse UDC o PDL domani non cambierebbe nulla.

Si stanno spartendo tutto, e non c’è da fidarsi.

Questo è il male profondo di questa città, il vero blocco nella ricostruzione. Questo è il nemico da combattere senza quartiere. Questo è ciò a cui tutte le aquilane e gli aquilani che amano la propria terra e non piegano la testa devono ribellarsi senza esitazioni. Questo è l’unico modo di riscattare la dignità del nostro territorio di fronte al vergognoso attacco del Governo e dei media nazionali.

Non cediamo al ricatto della clientela, del favore e della raccomandazione. Rivendichiamo diritti ed equità!

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