Si è celebrata oggi a Roma la terza udienza del processo per la manifestazione del 7 luglio 2010…

Si è celebrata oggi a Roma la terza udienza del processo per la manifestazione del 7 luglio 2010, quando 6.000 aquilani invasero Roma per chiedere un trattamento economico equo e certezza di fondi per la ricostruzione.

La pubblica accusa, continua a tenere in piedi la tesi ridicola della presenza di “centri sociali aquilani e romani” che avrebbero provocato gli scontri. In sede processuale diversi testimoni della questura romana si sono avvicendati per ribadire questa fantasiosa versione, mentre i testimoni della difesa sono stati ridotti solamente a due!

Ancora una volta ci troviamo a dover ribadire che non ci fu nessuno “scontro”, ma solo delle sonore manganellate ai danni di cittadini che volevano solo esprimere il proprio dissenso sotto i palazzi del Governo.

Questa tesi accusatoria ridicola è stata costruita ad arte, fin dalla sera stessa dalla manifestazione, da parte del Governo e delle forze dell’ordine, con il solo scopo di nascondere il fatto che l’unica risposta del Governo alle proteste dei terremotati era stata quella di farli manganellare e di provare ad impedirgli di manifestare sotto Palazzo Chigi.

Troviamo vergognoso però che 3 giovani debbano rischiare fino a 15 anni di carcere, per una manifestazione che ha visto la partecipazione unita di tutta la città, e che è servita insieme alle altre mobilitazioni, a strappare un trattamento più equo dal punto di vista fiscale, per tutto il territorio del cratere.

Di fronte a queste accuse assurde, i tre accusati sono oggi lasciati soli, da parte dei politici, delle istituzioni, dei media e di tutti gli altri cittadini che parteciparono alle manifestazioni. Dove sono i politici che hanno usato le foto della manifestazione per farsi propaganda elettorale? Dove sono i soggetti economici che grazie a quelle manifestazioni hanno ricevuto un trattamento migliore? Ma soprattutto dove sono oggi tutte quelle forze sociali e politiche che si sono battute con noi sotto le bandiere nero-verdi?

Facciamo un appello a tutta la città ad essere presenti durante la prossima udienza, alle ore 9.00 del 10 dicembre, a Roma, che sarà anche quella in cui il giudice esprimerà il suo verdetto.

Noi rivendichiamo pienamente e a testa alta la partecipazione attiva di tutte e tutti, alle manifestazione che nei mesi successivi al terremoto hanno dato al nostro territorio un segnale di speranza ed anche di ribellione di fronte al trattamento ingiusto e ipocrita che abbiamo ricevuto. Rivendichiamo le carriole, la manifestazione in autostrada e quella a Roma, la contestazione a Berlusconi, Bertolaso e Cicchetti, così come l’occupazione della Regione e l’esperienza di CaseMatte.

Troviamo inoltre vergognoso che lo Stato spenda risorse e tempo per processare la cittadinanza attiva, mentre gli sciacalli che hanno speculato sul terremoto continuano le loro passerelle indisturbati.

La nostra battaglia và avanti. Ci vediamo davanti alle aule dei tribunali: il 21 ottobre a Bazzano per l’occupazione della Regione ed il 10 dicembre a Roma per la manifestazione del 7 luglio.

Ma anche il 31 ottobre a Collemaggio, per festeggiare insieme i 4 anni di CaseMatte, e discutere insieme del futuro di ColleMaggio e del nostro territorio.

A testa alta, come sempre.

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