Sono passati ormai 4 anni dal terremoto…

Vi scriviamo in diretta da Piazza Palazzo, colma di istallazioni, iniziative, gente in movimento, finalmente viva!

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Su radiostella180.it la diretta dell’evento
Ci potete raggiungere fino a tarda notte a Piazza Palazzo!

Per chi non riuscirà a raggiungerci vi inviamo un testo sul senso del nostro stare in piazza oggi.

Comitato 3e32
Sono passati ormai 4 anni dal terremoto. In questi 4 anni ne abbiamo viste di tutti i colori: dallo “state tranquilli” della Commissione Grandi Rischi, al “miracolo aquilano” di Berlusconi, dal divieto di assemblee e volantinaggio nelle tendopoli di Bertolaso, al sequestro delle carriole da parte di Gabrielli. Dalla grande presa in giro (e spreco) del G8, alla truffa e speculazioni ai danni del nostro territorio del piano C.A.S.E. Dal vescovo D’Ercole che si è occupato soprattutto di affari e di politica, ad istituzioni locali complici, e intente solo a curare le proprie clientele, in particolare con i costruttori amici. Dalla Porta Santa aperta dal vescovo Molinari per far evitare le contestazioni a Bertolaso, Letta, Cialente e Chiodi, alle cricche di affari che ridevano alle 3e32, con il loro protettore Letta che ancora si permette di venire in città e darci pure la colpa della mancata ricostruzione.

Nonostante tutto questo, abbiamo vissuto straordinari momenti di partecipazione e di rivolta: le prime proteste in pochissimi, le assemblee “clandestine” nelle tendopoli, “Yes We Camp”, le prime manifestazioni a Roma e a L’Aquila, l’occupazione e liberazione di CaseMatte e l’Asilo (spazi abbandonati al degrado, in pieno centro, e oggi restituiti alla collettività come spazi sociali), centinaia di progetti, eventi culturali, assemblee cittadine e fiaccolate di memoria, il blocco dell’autostrada in 20.000, l’invasione di Roma con manganellate e denunce, un’enorme manifestazione nazionale ed una legge di iniziativa popolare, e le tante domeniche in cui ci siamo ritrovati in questa piazza in migliaia, con pale e carriole per rimuovere le macerie, nonostante il vergognoso tentativo di impedircelo da parte del Comune e del Governo.

Ed ora siamo arrivati al nuovo salvatore, il ministro Barca. Accolto da tutti come il messia che avrebbe finalmente cambiato le cose. Mesi fa aveva annunciato solennemente in tv che questa primavera la ricostruzione dei centri storici sarebbe finalmente partita. E poi cosa fa? Si presenta il 21 marzo a raccontarci quello che non è stato fatto in questi anni, e a dirci che la colpa fondamentalmente è stata nostra. Perchè non abbiamo avuto fiducia. La cosa paradossale è che ce lo dice sedendo a fianco di Chiodi, Cialente e Gianni Letta. Gli stessi protagonisti del teatrino fatto di bugie, speculazioni ed incapacità a cui abbiamo assistito in questi 4 anni.
Addirittura il suo compare Letta, che rivendica la piena continuità dell’operato del Governo, arriva a dirci che la colpa della mancata ricostruzione è stata delle carriole e delle proteste!
Tutto ciò davanti al silenzio complice dei nostri amministratori e della classe politica locale. Quegli stessi che un giorno si uniscono alle carriole e il giorno dopo sfilano al fianco degli sciacalli; che un giorno prendono posto in prima fila alle nostre manifestazioni, e il giorno dopo presenziano compìti alle cerimonie di premiazione e propaganda.
Lo diciamo con forza: Barca, se questa è la tua ricostruzione, e il tuo sponsor Gianni Letta, non sei più benvenuto a L’Aquila!

In pratica dopo 4 anni di bugie e rimpalli di responsabilità alla fine si è scoperto che la colpa è la nostra! E lo stesso vale per il futuro: dobbiamo stare buoni e non criticare, dobbiamo avere fiducia.
Sarà per questo che Bertolaso, Letta, e tutti gli sciacalli che hanno fatto affari prosciugando i fondi per la ricostruzione sono tranquillamente a piede libero, mentre decine di cittadini che si sono battuti in difesa del proprio territorio e dei propri diritti, sono oggi sotto processo: per le carriole, per le manganellate a Roma, per l’occupazione di CaseMatte, per essere rientrati in zona rossa, per aver contestato Cicchetti, ecc. ecc.
Alcuni di questi processi si terranno proprio nei prossimi giorni, e per questo ne approfittiamo per lanciare un appello alla presenza e solidarietà di tutte e tutti:
-lunedì mattina a Piazzale Clodio a Roma, all’udienza per la manifestazione del 7 luglio 2010
-martedì mattina a Bazzano, quella per l’occupazione di CaseMatte

Ovviamente questa repressione ed intimidazione non ci ha mai fermato e non ci fermerà adesso. Oggi siamo qui in piazza Palazzo per mettere sotto gli occhi di tutti l’evidenza del degrado e dell’abbandono in cui versa la nostra città. Nonostante tutta la propaganda fatta di promesse e menzogne, è chiaro che ad oggi ancora mancano le risorse e la volontà di dare inizio al processo di ricostruzione di questo territorio.
Noi da oggi cominciamo un percorso di mobilitazione per rimettere con forza L’Aquila al centro del dibattito politico nazionale. E siamo particolarmente felici di farlo nello stesso giorno in cui migliaia di persone scendono in strada in Val di Susa, per dire no ad una grande opera, inutile e dannosa, quanto dispendiosa. I folli costi della TAV e delle grandi opere come il ponte sullo stretto, utili solo alle mafie ed alle cricche di affari, siano utilizzati per l’unica grande opera di cui il Paese ha bisogno in questo momento: la messa in sicurezza del territorio nazionale, continuamente esposto al rischio di disastri idro-geologici.
E nel rilanciare questo messaggio, vogliamo ringraziare particolarmente la presenza qui oggi del comitato “sisma.12”, proveniente dall’Emilia terremotata, con cui ci sentiamo uniti in un unica battaglia.

Vogliamo ringraziare tutte le associazioni, i comitati e le persone presenti oggi, per aver risposto a questo appello ed essersi impegnati per dare vita a questa iniziativa.
Questa giornata per noi rappresenta l’inizio di una battaglia fatta di partecipazione, condivisione, proposte, ma anche di rabbia e di determinazione per la riappropriazione della nostra città, delle sue strade e delle sue piazze, ma anche e soprattutto dei nostri diritti e del nostro futuro. Sappiamo che in questo percorso non saremo soli, ma saremo in tantissimi come oggi, perchè quello che Letta e Barca non possono capire è che a muovere le ondate di protesta e attivismo di questi anni è stato innanzitutto l’amore verso questo territorio, e la volontà di vederlo un giorno rinascere, in maniera più solidale, aperta e vitale, di quanto non fosse prima. E’ questa forza, fatta di autorganizzazione e consapevolezza, ma anche di entusiasmo ed ironia, l’unica in cui possiamo avere davvero fiducia. Cominciamo da oggi, noi per primi, a fari carico, per quello che possiamo, della “ricostruzione sociale” di questo territorio, nessuno la farà al posto nostro. Prepariamoci ad una primavera molto calda.

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