Inizia domani il processo alle carriole, un processo alla speranza.

Aggiornamento 1 Marzo 2013
Sì è conclusa da poco la seconda udienza davanti al giudice Grieco del processo “alle carriole” per i fatti del 28 marzo 2010. Chiamata dal Pm a testimoniare l’agente della Digos di L’Aquila Giuseppina Terenzi. Presenti tutti gli imputati tranne uno, la prossima udienza ci sarà il 27 settembre prossimo, quando gli avvocati della difesa chiameranno i propri testimoni. Siamo sempre più convinti che la denuncia per quella domenica sia stato un tentativo di fermare le “domeniche delle carriole” da parte di Franco Gabrielli, allora Prefetto di L’Aquila e oggi capo del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile. Fu evidente anche dalla campagna stampa mistificatoria e falsa della settimana precedente a quella domenica di marzo. Per quanto ci riguarda, il prossimo 25 marzo dovremo comparire in Tribunale a Roma per i fatti del 7 luglio 2010, mentre il giorno seguente ci sarà la terza udienza del processo per la riqualificazione del bar dell’ex ospedale psichiatrico a Collemaggio, CaseMatte. Se è chiaro che la preparazione e la definizione di tutti questi processi ci toglie energie, dev’essere altrettanto chiaro che con gioia e tenacia continueremo. Con la schiena dritta e determinati, come sempre.

carriole 28marzoInizierà domani 1 marzo il processo a sei imputati per i fatti relativi alla manifestazione delle carriole del 28 Marzo 2010 domenica delle Palme e di elezioni provinciali nella quale cittadine e cittadini, giovani, famiglie e anziani invasero L’Aquila “armati” di carriole per rimuovere le macerie del centro storico.

L’accusa iniziale di “violazione del silenzio elettorale”  formulata dall’allora prefetto Gabrielli, che mosse tra l’altro anche il ridicolo sequestro di alcune carriole ( verbale di “carriola in pessimo stato di conservazione”),ovviamente si è rivelata una bufala infondata. L’accusa della Procura per i sei imputati è invece quella di manifestazione non autorizzata. Come se tutte le altre “domeniche delle carriole” invece fossero state autorizzate. Ricordiamo bene quante volte abbiamo dovuto forzare il blocco della polizia, voluto dal Sindaco Cialente e da Franco Gabrielli, che hanno cercato così di impedirci di rimuovere le macerie.

La cosa grave è che mentre la Procura chiede il processo contro le carriole (ovvero contro quelli che hanno cercato di liberare il centro dalla macerie), il centro a quasi quattro anni dal sisma è ancora chiuso, devastato, derubato, abbandonato a se stesso. Non esiste pianificazione, e neanche un’idea della città che sarà.

Con questa accusa (l’ultima di una lunga serie), ci sembra quasi che si voglia processare la speranza di quelli che volevano solo esercitare il diritto di partecipare alla ricostruzione del proprio territorio, della propria vita, del proprio futuro.

Questo non fermerà di certo la nostra battaglia per una ricostruzione giusta. Ci chiediamo come sia possibile che, tra le infiltrazioni delle cricche negli appalti per la ricostruzione, i cantieri dove molto spesso la sicurezza sul lavoro è un optional, lo spreco e la assoluta mancanza di trasparenza nella gestione dei fondi, la giustizia italiana non abbia di meglio da fare che portare avanti processi contro le carriole, CaseMatte, le manifestazioni a L’Aquila e a Roma, spendendo immotivatamente così tanto denaro pubblico.

In ogni caso, questa accusa non ci spaventa, possiamo dimostrare che nessun reato è stato commesso e che le carriole meritano solo un ringraziamento e non una condanna penale.

La città deve tenersi strette e difendere tutte quelle giornate di dignità, rabbia e riappropriazione che in ogni modo hanno tentato di non fare andare le cose come purtroppo sono poi andate, tra prefetti che ridono e macerie che sono ancora abbandonate nel centro storico non ricostruito.

Ci vediamo domattina, a partire dalle ore 9, presso il Tribunale di Bazzano (L’Aquila). Con la schiena dritta e determinati come sempre

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