Berlusconi contestato a L’Aquila

Berlusconi arriva a L’Aquila per consegnare le onoreficienze di protezione civile. Comitati e cittadini lo contestano. In mattinata era successo lo stesso prima a Vicenza poi a Padova, i luoghi dell’alluvione degli ultimi giorni. A L’Aquila l’inutile cerimonia è prevista nel solito bunker-caserma della guardia di finanza ex sede del Dicomac, la direzione del comando e del controllo ai bei tempi di Bertolaso e la protezione Civile.  :”Paramilitari in polo blu. L’Aquila non sarà la vostra salò”recita uno striscione dei manifestanti lasciati molto lontani all’esterno, nei pressi della rotonda di Coppito. Hanno con loro carriole piene di macerie per ricordare che c’è una città ancora da ricostruire. “Macerie di democrazia” anche, che ricordano della manifestazione del 20 Novembre (foto).  A un certo punto passa Antonio Cicchetti in auto blu. I comitati lo riconoscono e assaltano la sua macchina che è costretta a fare marcia indietro (nel video).  (leggi qui chi è cicchetti). Piccoli tafferugli si susseguono durante tutto il pomeriggio.

Dopo che Cicchetti è scappato via i manifestanti inseguendo la sua macchina guadagnano qualche metro in direzione guardia di Finanza (comunque molto lontana). Inizia un lungo “gioco” nella rotonda, una delle tante spuntate nella periferia aquilana. Si guadagna qualche metro dal centro, si viene respinti malamente al centro, ci si riprova, si blocca un pò il traffico da un lato, poi dall’altro e poi dall’altro ancora tanto è rotonda.

I sindacati di polizia che uniti avevano annunciato di manifestare contro il governo devono averci ripensato e deciso di reprimere alacremente i manifestanti. Intanto “soldi” ritagliati a coriandoli vengono buttati su tutte le auto blu e sulla polizia.

Comunque è assolutamente vietato avvicinarsi ai luoghi esclusivi dove deve andare in onda lo spettacolo Berlusconiano sorretto anche dal sindaco della città di L’Aquila che all’interno ha ringraziato il premier per essere presente alla cerimonia e, in particolare, per essere “uno dei piu’ grandi tifosi della squadra di rugby, perche’ in questi momenti abbiamo bisogno, la nostra comunita’ ha bisogno, di trovarci uniti intorno ad alcuni simboli e la squadra e’ uno di questi”.

Fuori dall’inutile cerimonia che sicuramente non serve a niente per L’Aquila spintoni e tafferugli. “Ogni volta che Berlusconi è in crisi viene a L’Aquila, oggi come nel 2009 – afferma una manifestante – viene senza confrontarsi con le persone e nemmeno con le istituzioni locali ma a gloriarsi sulla pelle degli aquilani trincerato in una caserma. A L’Aquila la ricostruzione non è iniziata e non c’è nessuna prospettiva per il futuro. Spero che il 20 alla manifestazione nazionale vengano in tanti perché questa è una città che si sta ribellando, sede dell’amplificazione più forte della crisi economica, politica e istituzionale in cui è caduta l’Italia di Berlusconi”.

Alla fine di tutto lo striscione “macerie di democrazia – 20 novembre L’Aquila chiama Italia” ricomparirà sul ponte belvedere in un’altra zona della città.

Lascia un commento