Chi c’era e non si vedeva

Il 16 Giugno 2010 un’enorme manifestazione cittadina di circa 20mila persone invase le strade del nostro territorio terminando con l’occupazione dell’autostrada L’Aquila-Roma.
Lo facemmo per chiedere equità di trattamento con altri territori colpiti da catastrofe e sostegno all’economia contro lo sfacelo sociale in corso mentre i media che ci avevano inseguito sin dentro le tende ora ci oscuravano. Era la fase delle grandi manifestazioni cittadine che ci portarono pochi giorni dopo in 5mila fino al centro di Roma a prendere le manganellate sotto i palazzi del potere assediati (ovviamente denunce anche lì). Un anno e mezzo dopo veniamo a conoscenza da un quotidiano locale di essere indagati per interruzione di pubblico servizio. Insieme ai nomi di cittadini ci sono quelli di alcuni politici locali che in cordone per primi varcarono la barriera autostradale. Tutti gli altri indagati sono stati scelti tra migliaia di persone in maniera completamente arbitraria dalla polizia che ha voluto colpire le individualità più attive tra i comitati che partecipavano al corteo, alcuni ormai arrivati ad avere più di 5 procedimenti giudiziari a testa tutti post-sisma (nel complesso i procedimenti contro gli attivisti nel post sisma sono ad oggi una 60ina). E’ chiaro che l’unico obiettivo della procura è la repressione del movimento mentre intorno ci rubano il futuro e ridono di noi. La cosa che ci fa più incazzare però è vedere il proprio nome affianco a certi politici locali. Per il resto inutile dirlo: ci volete precari e terremotati ci avrete sempre più e solo ribelli!

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