La loro corruzione, i nostri diritti

Apprendiamo dai media che Gianfranco Mascazzini, ex direttore generale del Ministero dell’Ambiente, è stato arrestato nell’ambito dell’operazione contro reati ambientali, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli. L’arresto ha coinvolto anche Marta Di Gennaro, ex vice di Guido Bertolaso alla Protezione Civile e il prefetto Corrado Catenacci, ex commissario ai rifiuti della Regione Campania.
La cosa ci riguarda molto da vicino. Forse non tutti ricordano che Mascazzini ha gestito per conto del Ministero il problema dello smaltimento delle macerie, in particolare in relazione alla gestione della ex Teges.
http://www.salviamopaganica.it/public/documenti/2011%2001%2011%20Cava%20Teges%20e%20Macerie.pdf
Ricordiamo bene quando di fronte alla domanda posta dai cittadini “ma non ci sarà rischio di percolato?”, il Mascazzini rispose “e basta sempre co sto percolato! Il percolato mica è per forza una cosa negativa!”. Sarà per questo che a Napoli hanno ben pensato di scaricarlo direttamente in mare. E’ chiaro che a questo punto si rende necessaria una immediata verifica della sicurezza e dell’idoneità del sito ex Teges da parte delle istituzioni locali, prima che il fiume Vera possa essere esposto a contaminazioni.
La cosa che suscita maggior indignazione è il fatto che Mascazzini fosse appena stato nominato commissario in Abruzzo per la gestione dei fondi per mitigare il rischio idrogeologico. Ma complimenti! Chiodi aveva scelto con cura a chi affidare la prevenzione in una situazione delicata come quella abruzzese!
D’altronde si tratta della stessa classe politica che si appresta serenamente a riciclare come capogruppo l’ex assessore Venturoni, arrestato con l’accusa di corruzione nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura di Pescara, sullo smaltimento dei rifiuti.
http://www.abruzzo24ore.tv/news/Nuova-Giunta-Giuliante-e-certo-testa-a-testa-De-Fanis-Argiro/21261.htm
Anche nel comune dell’Aquila l’andazzo sembra essere lo stesso. Di fronte a migliaia di sfollati e centinaia di persone costrette a vivere ancora negli alberghi, il dirigente comunale Mario Di Gregorio riesce a ricostruire la casa materna a tempo di record ma con modalità a dir poco sospette, certamente diverse dagli altri terremotati.
Questi fatti sono solo gli ultimi in ordine temporale di una catena di malgoverno e corruzione che ha interessato in particolare la gestione post-sisma a L’Aquila.
Ci stupisce quindi come invece solo oggi la legge e la legalità vengano invocate in maniera esasperata e strumentale per punire chi si adopera ad aprire spazi ingiustificatamente chiusi e a cui si dovrebbe aver diritto, come l’ex asilo in Viale duca degli Abruzzi.
In relazione a questa vicenda crediamo che il sindaco e l’amministrazione tutta debbano vergognarsi di non aver occupato loro in qualsiasi modo, un edificio in buone condizioni nascondendolo alla cittadinanza per due anni.
Di fronte a un enorme bisogno di spazi la riapertura dell’ex asilo nido alla città avvenuta in questi ultimi giorni ad opera di studenti, associazioni, e comitati come il nostro, dovrebbe solo esser vista come una boccata d’ossigeno per tutti.
Ci sembra di esser finiti in una realtà ribaltata in cui delle ricostruzioni inesistenti diventano visibili grazie agli effetti spettacolari dei media, mentre quelle tante piccole-grandi ricostruzioni legate al lavoro quotidiano di tutti sono bandite, costrette a rendersi invisibili, a nascondersi per non essere denunciate.
A noi sembra che se da una parte intorno a questa storia imperversa una sterile polemica politica distante anni luce dalla realtà, dall’altra sempre più persone sono disposte a praticare coscientemente disobbedienza civile mosse da bisogni reali a cui la stessa classe politica non sa dare risposta.
Siamo stanchi di essere presi in giro.
RIAPRIRE E RESTITUIRE SPAZI AL TERRITORIO E’ GIUSTO E NECESSARIO

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